
La quercia vista dalla pittrice Isabella Dovera. La leggerezza della bella chioma caratteristica delle querce sottolinea il rapporto con il cielo. Sfuma e quasi si confonde come è giusto. L'albero ha le radici ben piantate nella Terra.

L’attrazione per le piante, gli alberi, le piccole pianticelle verdi sono solo emozionali, sentimenti di secondo piano? Basterebbe leggere Mancuso per avere una visione diversa. O magari Goethe La Metamorfosi delle piante. Oppure Herman Hesse.

Foto Gianluigi Colin

Foto Gianluigi Colin

La quercia di Montale prima di cadere. Le aue ampie radici che ancora nutrono il parco e gli altri esseri viventi, come spiega la Biodiversità.
Eventi in evidenza
Racconti di Terra e di Mare
di Silvestro Acampora, arboricoltore
Una vita dedita alle piante, agli alberi per lavoro e per passione. Quello di Silvestro Acampora è stato ed è un impegno senza limiti di orari o di spazi e di luoghi, dunque in tutta Italia, offrendo là dove era possibile un aiuto concreto e gratuito per supportare vecchi alberi malati, giovani alberi in crescita o alberi in difficoltà. Ne nasce una empatia ricchissima di emozioni, di storie personali e di spunti sull'ambiente. Non poteva mancare la scrittura. Pubblichiamo un capitolo di questa raccolta intitolata Mare e Terra - Il mare comincia dove inizia la Terra di Silvestro Acampora. Ma prima leggiamo la sua breve introduzione.
'Mare e Terra non hanno mai smesso di emozionarmi e tutte le volte che mi è possibile, dalle città in cui mi trovo a lavorare e vivere raggiungo mare e monti per appagare la parte più intima e ancora selvaggia della mia anima.
Osservare le infinite sfumature dei colori che assumono le foglie degli alberi nei boschi in autunno oppure, il moto incessante di migliaia di foglie di Posidonia che seguono il ritmo delle onde serve a non farmi risucchiare del tutto da un mondo caratterizzato da principi e valori che spesso non riesco a capire e condividere.
Per quanto mi ostini a frequentare boschi remoti, spiagge e scogliere fuori mano, continuo a imbattermi nelle tracce lasciate dalle persone che mi hanno preceduto e che spesso, non hanno avuto il minimo rispetto dei luoghi che hanno visitato e vissuto'.
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La quercia di Montale — L’albero che si fa terra, la terra che si fa corpo
di Gianluca Rapaccini *
“Questa quercia è un laboratorio, è una scuola. Anzi, è una Università: in questi dieci metri quadrati si può apprendere ciò che milioni di anni di evoluzione hanno prodotto: suolo che dal seme diventa albero, albero che cresce e agglomera strati di carbonio fino ad esaurire la sua energia vitale, legna che si sgretola e diventa nuova terra per nuove piante. Ife, funghi, batteri e insetti fanno banchetto della quercia distesa sul margine del prato. In poco tempo, in ogni cavità, negli interstizi, laddove si concentra l’umidità spuntano funghi di tutti i colori, di tutte le forme e le dimensioni, che si alternano assieme a batteri e insetti nello svuotare la quercia del suo nettare, per farne nuovo suolo'.
- We promote Nature-Based Solutions to protect, sustain and restore ecosystems. Focusing on post-industrial areas and the communities around them.
- Terrapreta Instagram
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In primo piano
VUOTI D'ERBA Un progetto legato al consumo di suolo
Di Sonia Arienta.
Che cosa intendiamo per “consumo del suolo”? Chi consuma il suolo? Per quali scopi? Che cosa si sottrae (quali risorse), a chi le si sottrae? Cambia nel tempo il concetto di consumo del suolo? Perché? Qual è il punto di vista di chi giudica le criticità e quale ruolo ha? (Da quali interessi è mosso)?
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La quercia di Montale. Un canto per gli alberi in città
di Paola Pastacaldi
È uscito La quercia di Montale. Un canto per gli alberi in città, un libro prezioso dal punto di vista naturalistico, realizzato da Fiorina Edizioni, casa editrice di Pavia dedita alla realizzazione di artigianale di libri a Leporello (cioè a fisarmonica). Vi si racconta la storia dell’adozione di una quercia dei giardini pubblici di Milano, che per dimensioni e aspetto era la più vecchia della città. Questa antica quercia rossa è collassata ad ottobre dello scorso anno a causa della pioggia. Secondo una leggenda metropolitana il poeta Eugenio Montale, premio Nobel per la Letteratura nel 1975, aveva l’abitudine di sostare sotto la sua chioma, un fatto plausibile, dato che fu redattore del vicino Corriere della Sera dal 1948 al 1981. La Quercia è stata soprannominata quercia di Montale, nome con cui è conosciuta dai visitatori dei giardini.
Quando un albero muore, nelle procedure di cura di un giardino pubblico (in questo caso il primo e più antico della città) è previsto il taglio immediato e la sostituzione con una pianta più giovane. Ma per la quercia di Montale il Comune di Milano ha accettato la proposta di adozione del tronco, proposta da Paola Pastacaldi, in nome della Biodiversità. Ciò che rimane della quercia rimarrà li dove era nata.
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