Ofelia e il grande banchiere L'America dimentica la privacy (che ha inventato)

di Paola Pastacaldi

Sono rimasta molto colpita nei giorni scorsi da come è stata citata la donna che accusa di violenza Dominique Strauss-Khan. Noto che i giornali insistono sullo stesso tono. Anzi nelle notizie apparse oggi risulta che i giornali francesi tra i quali un giornale di rilievo come Le Figaro, citano non solo il sopranome ma anche il probabile nome. Il tutto seguito da dettagli molto precisi sulla famiglia e sull'altezza. Mi chiedo dove sia finita la deontologia? Mi chiedo dove sia il rispetto di una probabile vittima in un caso che ha un rilievo strabordante e internazionale? Mi chiedo se non si è imparato nulla dalle mediatizzazioni delle notizie avvenute in questi ultimi dieci anni. I protagonisti di queste notizie rischiano di essere 'uccisi' dall'eccesso di informazioni. Vedo con rammarico che il mancato rispetto dei protagonisti è una piaga del giornalismo mondiale. La cameriera non solo è probabilmente vittima di una violenza tra le peggiori che si possono infliggere ad un essere umano, ma è anche una donna di colore! La cameriera è anche una madre. Non sarà dopo queste notizie più che riconoscibile, non sarà un passaparola sulla sua persona? Riconosciuta da tutti, giudicata da tutti? E la stessa sorte non rischia di subire la figlia? Una minorenne. In Italia la legge vieta la citazione non solo del nome (tre anni di galera) di una donna vittima probabile o meno di stupro, ma anche di altri dati riconoscibili, come il lavoro, l'abitazione, etc. Non si tratta di fare differenze tra bianchi e neri, ma di riconoscere a questa donna il suo essere soggetto debole in vari modi, donna (non bianca, vi sembra un dettaglio?)! Non sono ovviamente sorpresa nel leggere - sempre sia vero - che in alcuni siti africani già circolerebbe la sua foto. Non sono sorpresa anche se molto rattristata, dal fatto che non c'è rispetto ancora per le vittime, poi per le donne, per le madri e infine per le persone di colore. Uguaglianza non credo significhi ignorare che la fatica di vivere non è uguale per tutti! Paola Pastacaldi giornalista e scrittrice [email protected]