Essere giovani e il fragile senso del Verde. Racconto.
di Paola Pastacaldi
La grossa corda blu pendeva dal ramo della pianta, un pino imponente provato dall'età, e si accasciava, arrotolandosi sul prato che era rinsecchito dal troppo caldo. Sembrava un serpente moscio, pronto a scattare e rialzarsi. Accanto alla corda tre giovani parlottavano fittamente, protetti dai rami dell'albero. Erano simili a piccole radici, emergenti dell'albero stesso. Tra le mani che erano frementi, stringevano un lungo telo e badavano a stenderlo, lisciarlo, piegarlo testando cautamente la sua potenza; erano pronte ad appendersi sul ramo soprastante, più basso degli altri, ma completamente spoglio. Forse a camminare sul filo sospese tra due alberi; chi lo sa che avevano in mente? L'albero silenzioso e maestoso, in ricordo del passato, ugualmente sembrava proteggerli; nonostante fosse già molto provato e privo di alcune branche principali, mozzate dal recente violento temporale; ancora bello con i suoi lunghi aghi verde scuro sui pochi rami rimasti. Teneva il suo braccio più piccolo e basso, piu spoglio e spinto in fuori, il meno felice, privo di verde. Offriva la sua ferita alla natura. Generoso, ma non forte. Non ce la avrebbe fatta a sostenere un uomo, si sarebbe presto spezzato all'ennesima richiesta di chi pretendeva di usarlo. Le tre donne, tali sembravano da lontano, erano in tuta attillata. Pronte a fare le sonnambule o le atlete da circo. Una delle tre era di pelle molto scura. Le altre bianche, come il latte. La calzamaglia disegnava le forme di tutte e tre nelle piu minute intime parti del corpo. Tutte muscoli scattanti. Una era molto scollata sul petto. Ma il petto era stranamente piatto: dalla scollatura emergeva un irritante prato di riccioli neri, neri di peli grossi distribuiti a mazzetti. Pareva una intimità esibita che l'occhio coglieva controvoglia. Uno scherzo della natura, per una donna. Ma la calzamaglia non mentì. Un turgore improvviso emerse tra le gambe, sospetto ma chiarificatore. Due uomini del Comune si avvicinarono e gentilmente, con molta discrezione, dissero loro che non ci si poteva appendere ad una pianta cosi provata. Era il regolamento. La presero subito male. Con arroganza protestarono, sottolineando che non c'era un posto per loro da nessuna parte, dove potersi esercitare. Un imperativo la cui inutilità fu esaltata come essenziale. La logica emerse nel giardino spietata. L'albero non esisteva, tantomeno i suoi problemi, la sua esistenza stessa. 'Ma sono esseri viventi ! Guardate' sbottò una signora, che aveva ascoltato. Le due donne, come bimbe capricciose, fecero d'improvviso un balzo violento in alto; parvero più simili ad una folla inferocita. Che a due ragazzine. Gridavano forte e gravemente offese: 'Noi amiamo la Natura!'. 'Noi siamo verdi!'. Inviato da iPhone