
La quercia vista dalla pittrice Isabella Dovera. La leggerezza della bella chioma caratteristica delle querce sottolinea il rapporto con il cielo. Sfuma e quasi si confonde come è giusto. L'albero ha le radici ben piantate nella Terra.

L’attrazione per le piante, gli alberi, le piccole pianticelle verdi sono solo emozionali, sentimenti di secondo piano? Basterebbe leggere Mancuso per avere una visione diversa. O magari Goethe La Metamorfosi delle piante. Oppure Herman Hesse.

Foto Gianluigi Colin

Foto Gianluigi Colin

La quercia di Montale prima di cadere. Le aue ampie radici che ancora nutrono il parco e gli altri esseri viventi, come spiega la Biodiversità.
Eventi in evidenza
Il suolo e le sue relazioni misteriose: cosa sono le micorrize degli alberi a Milano.
di Francesco Maccazzola
La micorriza è l’associazione simbiontica tra i funghi e le radici delle piante superiori. Il nome, come quasi tutti i nomi che usiamo ogni giorno, ha origine greca e deriva da mikos – fungo e rhiza- radice. Le micorrize sono, come la maggior parte delle meraviglie della natura, a noi essenzialmente sconosciute o molto poco conosciute e si dividono prima di tutto in due grandi gruppi: ecto ed endomicorrize.
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In primo piano
VUOTI D'ERBA Un progetto legato al consumo di suolo
Di Sonia Arienta.
Che cosa intendiamo per “consumo del suolo”? Chi consuma il suolo? Per quali scopi? Che cosa si sottrae (quali risorse), a chi le si sottrae? Cambia nel tempo il concetto di consumo del suolo? Perché? Qual è il punto di vista di chi giudica le criticità e quale ruolo ha? (Da quali interessi è mosso)?
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La quercia di Montale. Un canto per gli alberi in città
di Paola Pastacaldi
È uscito La quercia di Montale. Un canto per gli alberi in città, un libro prezioso dal punto di vista naturalistico, realizzato da Fiorina Edizioni, casa editrice di Pavia dedita alla realizzazione di artigianale di libri a Leporello (cioè a fisarmonica). Vi si racconta la storia dell’adozione di una quercia dei giardini pubblici di Milano, che per dimensioni e aspetto era la più vecchia della città. Questa antica quercia rossa è collassata ad ottobre dello scorso anno a causa della pioggia. Secondo una leggenda metropolitana il poeta Eugenio Montale, premio Nobel per la Letteratura nel 1975, aveva l’abitudine di sostare sotto la sua chioma, un fatto plausibile, dato che fu redattore del vicino Corriere della Sera dal 1948 al 1981. La Quercia è stata soprannominata quercia di Montale, nome con cui è conosciuta dai visitatori dei giardini.
Quando un albero muore, nelle procedure di cura di un giardino pubblico (in questo caso il primo e più antico della città) è previsto il taglio immediato e la sostituzione con una pianta più giovane. Ma per la quercia di Montale il Comune di Milano ha accettato la proposta di adozione del tronco, proposta da Paola Pastacaldi, in nome della Biodiversità. Ciò che rimane della quercia rimarrà li dove era nata.
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PERCHE’ UN ALBERO MORENTE NON E’ INUTILE: STORIA DELL’ ADOZIONE DI UNA PIANTA SECOLARE INCONTRO CON 80 STUDENTI DELL’ISTITUTO LUIGI CASTIGLIONI SULLA QUERCIA DI MONTALE DEI GIARDINI MONTANELLI
Nella splendida cornica del Parco di villa Crivelli Pusterla a Limbiate (inserita nei Luoghi del Cuore del Fai come uno dei più begli esempi di architettura lombarda del settecento, ex colosso dei manicomi italiani con tremila pazienti) ha sede l’Istituto tecnico professionale Luigi Castiglioni. Il 21 e il 23 novembre si sono svolte due giornate di lezione con ottanta studenti delle classi prime e seconde (quali ?) sul tema dell’adozione di una pianta monumentale, la Quercia rossa più antica di Milano (con quella del Parco di Monza) detta Quercia di Montale, che si trova nei Giardini Montanelli, a due passi dal Museo Civico di Storia Naturale e dal Planetario Ulrico Hoepli. La quercia, la cui età è intorno ai 230 anni, è senescente, e si avvia alla fine del suo percorso di vita. L’adozione, secondo quanto ha raccontato la giornalista Paola Pastacaldi, che a settembre ha firmato un accordo con il comune di Milano per la cura della pianta secolare, ha lo scopo di attirare l’attenzione del pubblico del Parco, dei cittadini di Milano e non solo, sul tema della Biodiversità e di come questo antico albero, rimanendo nel luogo dove è nato e cedendo tutta la sua sostanza arborea alla terra, possa nutrire non solo gli insetti, animali vari, uccellini e l’immenso mondo vegetale che lo circonda, ma alla fine anche gli stessi esseri umani.
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