Etiopia / Eritrea
- Donne handicappate del Burkina Faso. Una macchina industriale per fare il pane Cercasi
di Paola Pastacaldi
Intervista al maestro elementare del Burkina Faso Salifo Zare, vincitore del Premio Civilitas 2013 di Conegliano, che vive a Treviso dal 2001. La sua associazione che raccoglie una decina di maestri africani di vari Paesi, Educatori Africani Italiani Senza Frontiere, con sede a Treviso, cerca una macchina industriale per il pane per dare lavoro a 800 donne sole di una grande associazione di donne disoccupate di Garango in Burkina Faso e ad un foltissimo gruppo di ragazzi di strada in sedia a rotelle che vivono mendicando. 'Un modo per dare da mangiare ma anche dignità a queste persone'.
'Vorrei impiantare questo grande panificio nella capitale Ouagadougou così che daremo pane a tanti e lavoro alle donne. Ma anche ai molti ragazzi sfortunati che vivono su una sedia a rotelle, perché hanno perso l’uso delle gambe e non fanno nulla. Passano tutto il giorno a chiedere la carità. Sarebbe molto importante aiutarli a diventare autonomi e ad autogestirsi. Dovrei trovare un tecnico che aiuti a realizzare questo panificio e che si occupi della fabbricazione del pane e che insegni a questi ragazzi che non hanno gambe come fare, perché non possono impastare ovviamente. Le donne potrebbero occuparsi della vendita attraverso i panifici e altri negozietti che hanno avuto già dei prestiti per aprire la loro attività, dove vendono anche sale, pigmenti e acqua con frigoriferi (fanno le salse piccanti con i fogli di Baobab). Qui in Burkina hanno anche organizzato la vendita di olio di burro di Karité grazie ad una Ong Bambini nel Deserto di Modena”.
- Mare Nostrum di Shirin Fazel RamzanaliShirin Ramzanali Fazel è una scrittrice di origine somala-pakistana. Nata a Mogadiscio dove ha frequentato le scuole italiane. Si è trasferita in Italia agli inizi degli anni settanta.Oggi vive a nel Regno Unito a Birmingham, dove collabora con l’Università di Warwick nel progetto Transnationalizing Modern Languages. E’ una delle prime scrittrici del movimento conosciuto come letteratura italiana della migrazione. La poesia Mare Nostrum è stata scritta di getto dall'autrice dopo aver seguito, certamente con sofferenza, tanti talk show italiani senza avere la possibilità di replicare alle incongruenze e ai commenti forse inutili di tanti politici.
- “Ho visto Fuocoammare” di Paola Pastacaldi Ho visto Fuocoammare, il film di Gianfranco Rosi premiato con l’Orso d’Oro al Festival Internazionale del cinema di Berlino. Temevo di dover vedere ancora più orrore di quello che vediamo tutti i giorni nei tg, la morte narrata con le banali parole dei giornalisti, e l’inferno dei migranti fattosi spettacolo, perché privo di emozioni nella sua ripetizione e nell’anonimità dei numeri. Temevo di conoscere le storie di quelle persone che fuggono da guerre, fame, Isis e muoiono annegate, soffocate, picchiate, stuprate, violentate prima di toccare la terra che per loro simboleggia la Sopravvivenza e l’ultimo straccio di una volontà di vivere, l’ultima, l’ultima davvero, Speranza, prima di lasciarsi trasportare dalla disperazione della morte psichica e fisica. Temevo in sostanza, penso come tutti, di dover fare i conti con ciò che quelle morti provocano in noi cittadini di un Paese senza guerra, senza carestie, senza Isis o dittature di qualunque tipo. Paura dell’Inferno, una paura ancestrale. Paura del dolore e del male.
- PARLIAMO D'AFRICADomenica 10 maggio
Al MERCATINO DEI FIORI ALLE FORNACI DEL SILE
Dalle 9.00 alle 19.00 (Via Gardan a Casale sul Sile, Treviso, oltre il ponte sul Sile vicino agli impianti di rugby e di calcio).
Parliamo d’Africa: l’Eritrea, la terra dei nostri nonni.
Portate i vostri diari e le vostre foto, le lettere del periodo coloniale.
Incontro con la giornalista e scrittrice Paola Pastacaldi che sarà presente con il suo ultimo libro, il romanzo L’Africa non è nera sulle avventure degli italiani in Eritrea (Mursia).
- La onlus Jacaranda di Treviso finanzia aiuti in Zambia Vicino a Livingstone: scuola media e tanti computer per duecento ragazzi di un sobborgo / villaggio
di Paola Pastacaldi, 23 marzo 2015
Le iniziative private di solidarietà in Africa sono una galassia difficile da descrivere. I motivi che spingono le persone a dare un aiuto a chi non ha da campare sono i più svariati, così come le modalità. Ma in generale la motivazione più solida è che l’Africa, con i suoi bisogni a volte estremi, è in grado di dare più di quello che riceve.
Noi, ricchi o benestanti nonostante la crisi (siamo sempre una banca che cammina rispetto ad un africano medio), abbiamo bisogno di dare un senso alla nostra vita. E l’Africa, non tutta ovviamente, perché ci sono ormai zone di notevole crescita economica, offre lo scenario più intenso e significativo per sentirsi utili a questo mondo. Forse ci dà fastidio ammetterlo, ma è così. Oggi si discute sull’utilità di questi sostegni e il mondo Occidentale ha capito che, se vuole veramente sostenere i paesi in via di sviluppo, deve aiutare chi ha bisogno a rimanere nel suo Paese. Tra le mille modalità di sostegno, quella della scolarizzazione rimane il mezzo più capace di sortire questo effetto e quello, dunque, che merita più aiuto.
L’Associazione Progetto Jacaranda, composta da una manciata di donne venete di Treviso, è una di quelle onlus che hanno deciso di dare una mano all’istruzione in Africa, Zambia per la precisione, principalmente prima infanzia elementare e media, ma anche qualcosina a quell’università. Il progetto Jacaranda prende il nome dal bellissimo e grande albero che ad ottobre si infiora di mimose blu e il cui legno è il prezioso palissandro. Lo Zambia è una ex colonia britannica , ora repubblica dell’Africa centro subsahariana con 12 milioni di abitanti, indipendente dal 1964. Un paese grande due volte e mezzo l’Italia, democratico e tranquillo, ma molto povero. In Zambia non va a scuola un terzo dei ragazzi dai 7 ai 13 anni.
- Chinua Achebe. Una lettura postcoloniale di 'Heart of Darkness'. Chinua Achebe contro Joseph Conrad
di Martina Pagano 17.11.12 www.critcaletteraria.it
Nel saggio del 1975 “An Image of Africa: Racism in Conrad’s Heart of Darkness” lo scrittore nigeriano Chinua Achebe, celebre per il capolavoro Things fall Apart (Il Crollo, 1958) accusa Joseph Conrad di essere semplicemente un thoroughgoing racist, un convinto razzista.
La motivazione di Achebe appare chiara. In Heart of Darkness (1899) Conrad, attraverso Marlow, descrive l’Africa (il Congo Belga, scenario dell’opera) come un luogo remoto e selvaggio senza alcun legame con la civiltà (occidentale). Ma sono i suoi abitanti a impressionare Marlow. Egli, infatti, è sconvolto all’idea che si tratti di umani e che non via sia nessuna differenza fra lui ( e gli inglesi) e loro.
- ISIS Ma i bambini kamikaze non esistono Lettera aperta ai giornali
di Paola Pastacaldi, marzo 2014
Bambini kamikaze. L’ho sentito tante volte sputato dalla radio, dalla tivù con metodo ossessivo e anche con una dose di orrore che però non si posava sulla prima parola. Bambini kamikaze. Ascoltavo. Ma c’è qualcosa di storto, pensavo mentre ascoltavo la radio e la tivù per l’ennesima volta, in questi giorni maledetti di orrore, un orrore che non riguarda tanto e solo il presente, ma l’idea che questo sangue ci sta infilando sotto la pelle.
- Un viaggio nelle memoria familiare e coloniale italiana: 'L'Africa non è nera' e 'Khadija'
di Paola Pastacaldi, 13 gennaio 2014
Sono nata cresciuta in Veneto, che ho lasciato nel 1980 per fare la giornalista a Milano. Non avevo mai pensato né voluto scrivere romanzi. Ma ho sempre coltivato una curiosità, non soddisfatta, sul passato della mia famiglia, su cui mia madre era stata molto reticente. Mio padre era meticcio, figlio di una indigena di Harar e di un livornese, vissuto tra il 1980 e il 1921 ad Harar, dove è sepolto. Ho avuto in realtà ben due nonni vissuti in Africa, uno appunto in Etiopia, l’altro in Eritrea, durante il fascismo.
Il motivo che mi ha spinta a scrivere, come spesso accade, è proprio ciò che non conoscevo, il desiderio di colmare un vuoto che riguardava la mia famiglia e, quindi, di conoscere meglio ciò su cui ho dovuto fantasticare sin dalla prima infanzia, le mie origini così lontane. Un passato coloniale che era facile dimenticare, perché così è stato per gli italiani, un passato rimosso per le sue implicazioni con il fascismo. Ma l’Africa è anche il Paese di mia nonna e di mio nonno paterni e di mio padre, e poi anche in parte dell’altro nonno. Sono stata costretta a sognare l’Africa, non avendo molte informazioni su questi miei familiari, ma quella era l’Africa coloniale e precoloniale, difficile da conoscere.
- L’OCCIDENTE VA DIFESO/1 - MARIO VARGAS LLOSA: “I FANATICI VOGLIONO CHE LA CULTURA OCCIDENTALE, CULLA DELLA LIBERTÀ, DELLA DEMOCRAZIA, DEI DIRITTI UMANI, RINUNCI A ESERCITARE QUEI VALORI, CHE INIZI AD APPLICARE LA CENSURA. DOBBIAMO AGIRE CON FERMEZZA”
Articolo di Mario Vargas Llosa per “El Pais” pubblicato da “la Repubblica” - ( Traduzione di Luis E. Moriones)
“L’Occidente, l’Europa, il mondo libero devono prendere atto che c’è una guerra che si sta svolgendo nel loro territorio e che questa guerra la dobbiamo vincere se non vogliamo che la barbarie prenda il posto della civiltà. Dobbiamo agire con fermezza di fronte a coloro che rappresentano il fanatismo, ma anche nel rispetto della legalità, che è importante quanto la libertà”…
- NON IN MIO NOME
di IGIABA SCIEGO, Internazionale, 7 gennaio 2015
Oggi mi hanno dichiarato guerra. Decimando militarmente la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo mi hanno dichiarato guerra. Hanno usato il nome di dio e del profeta per giustificare l’ingiustificabile. Da afroeuropea e da musulmana io non ci sto.
* Igiaba Scego, il cui nome completo è Suban Igiaba Ali Omar Scego (Roma, 1974), è una scrittrice italiana di origine somala.
- Dove è finita la Femme fatal? Ma lo siamo tutte.
di Paola Pastacaldi, 4 gennaio 2014
Ho appena letto un articolo intitolato The African Femme Fatal, nel blog MsAfropolitan di Minna Salami, un blog che vuole descrivere l'Africa contemporanea e la sua diaspora, ma in chiave femminista. Minna è una scrittrice affermata ed è considerata una delle 40 opinion makers africane sotto i 40 anni, e anche uno dei cento opinionisti neri più influenti del mondo digitale e dei social network. Il suo articolo è notevole per spunti storici africani e per le osservazioni critiche sul mondo africano femminile e non. Mi sono ritrovata a chiedermi come e chi fossero oggi le nostre donne fatali, quelle occidentali. Ma prima mi sono chiesta che cosa poteva trasformare una donna in un soggetto fatale. Che senso e cosa significava essere fatali. La parola Femme è intraducibile.
- The African Femme Fatale
DECEMBER 21, 2013 BY MSAFROPOLITAN Minna Salami, scrittrice nigeriana finlandese, ha creato un seguitissimo Blog femminista che si chiama MsAfropolitan, per parlare dell'Africa contemporanea e della sua diaspora.
As the year comes to an end, I thought that I would like my last post of the year to be about something exciting, a feminine energy we could do well channeling more of in 2014. Scrolling through old posts and comments, I recognised an energy brewing, one not yet defined but one which can put an end to the erotic famine that has caused women a sense of powerlessness – namely the femme fatale. So I am dedicating 2014 to her. La femme fatale. Why?
(http://www.msafropolitan.com/?s=Femme+Fatale)
- Spiccare il volo
di Paola Pastacaldi, 18 settembre 2014
Spiccare il volo? Altro non è che la volontà di arrivare a conquistare un diploma di scuola media inferiore. Troppo poco? No, è invece moltissimo per quei giovani e ragazzi stranieri che arrivano da Paesi difficili o poveri e sognano di conquistare un primo titolo di studio valido qui in Italia. A Treviso provincia esistono nove scuole CTP (a Vittorio Veneto, Conegliano, Castelfranco, Asolo, Montebelluna, San Polo, etc..), sono le ex 150 Ore, e si occupano di questi giovani stranieri tra i 16 e i 17 anni, sotto la soglia dei 18, a Treviso città sono in tutto centoventi giovani (ma potrebbero essere molti di più se ci fossero gli spazi liberi), che ancora non hanno un diploma di scuola media oppure, se ce l’hanno, quello del loro paese non può essere riconosciuto dall’Italia. A Treviso sono solo due. I ragazzi che frequentano la mattina sono tutti iscritti a Treviso 1. Le loro storie meriterebbero da sole tanti documentari, sceneggiati, e anche film, tanto sono ricche e interessanti. Sono ragazzi africani del Burkina Faso, Marocco, Tunisia, Guinea, Senegal, Costa d’Avorio, Nigeria, Togo, ma anche di altri Paesi come la Cina, l’India, il Pakistan o l’ Europa dell’Est.
- MODA DAL MONDO L’Africa da indossare
DI ANGELO RUGGERI, D Moda Repubblica, 7 novembre
Dalle distese della savana alle passerelle di tutto il mondo. Oggi la moda realizzata in Africa e ispirata alle sue tradizioni, completamente etica e sostenibile, è sempre più di tendenza. Ed è una fonte d'ispirazione anche per musica e fotografia: ecco come
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- L'Africa disegna il futuro
di Giuseppe Matarazzo, Avvenire,it, 13 novembre 2014
C’è l’Africa dei villaggi, della fame, delle tragiche traversate nel Mediterraneo, dell’Ebola. C’è l’Africa delle città, delle trasformazioni, dello sviluppo possibile. Ci sono due volti sempre contrastati e contrastanti quando si guarda al continente nero. Oggi l’Africa può essere vista sotto il segno del cambiamento e dell’opportunità. E a questo tratto positivo, per niente filosofico, ma molto concreto guarda una mostra sull’architettura e le trasformazioni dell’Africa, alla Triennale di Milano (fino al 28 dicembre): Africa Big Change Big Chance.
- Life is sweet: viaggio nel Sud Sudan con i medici del Cuamm e tre cantanti, Niccolò Fabi, Max Gazzé e Daniele Silvestri.
di Paola Pastacaldi, 28 luglio 2014
Nell’Africa sub sahariana l’80 per cento dei decessi è causato dalla malaria. Il Cuamm, che ha sessant’anni di vita alle spalle ed è la prima organizzazione italiana che opera per la tutela della salute delle popolazioni africane non lavora per l’Africa ma con l’Africa. L’Africa bisognosa non deve più nulla a nessuno e recupera la sua dignità di fronte a coloro che l’aiutano a non morire. E’ una carità che rende gli africani assistiti uomini liberi.
- SUL VOLO DALLA TURCHIA Papa Francesco: «Se il Corano è libro di pace, gli islamici lo dicano forte» Il Pontefice di ritorno dalla Turchia, chiede «una condanna mondiale del terrorismo». «In Medio Oriente ci cacciano, non vogliono nulla di cristiano»
di Gian guido Vecchi, Corriere della Sera Esteri, 14 novembre 2014
DAL VOLO PAPALE Il volo AZ 4001 è decollato da una decina di minuti, quando il Papa raggiunge i media sull’aereo che lo riporta a Roma. Sorridente e disteso, a dispetto dei tre giorni di viaggio in Turchia, saluta tutti, uno per uno, prima di rispondere alle domande dei giornalisti. A Istanbul ha incontrato il gran rabbino di Turchia, Isak Haleva, e un centinaio di giovani profughi da Siria, Iraq e Corno d’Africa. Ha condannato il «disumano e insensato attentato» alla moschea di Kano, in Nigeria, «peccato gravissimo contro Dio».
E soprattutto ha firmato con Bartolomeo una «dichiarazione comune», rassicurando il Patriarca e tutti gli ortodossi: ristabilire la «piena comunione» tra i cattolici e gli altri cristiani «non significa né sottomissione l’uno all’altro né assorbimento». Ora spiega che l’«uniatismo è di un’altra epoca» e sorride: «Con l’ortodossia siamo in cammino, loro accettano il primato di Pietro ma dobbiamo trovare la forma, ispirarci al primo secolo. Arriverà il giorno in cui i teologi si metteranno d’accordo? Sono scettico. Ma non si può aspettare, dobbiamo pregare insieme, c’è l’ecumenismo spirituale e quello del sangue: quando ammazzano i cristiani non chiedono se sei cattolico o altro. Il sangue si mischia».
- Portraits of Reconciliation
Photographs By PIETER HUGO Text by SUSAN DOMINUS
'Pubblico questo servizio apparso nel giornale New York Times Magazine. A fianco di ogni foto, una breve storia, una lezione di vita'. La spiegazione a tutto quello di quasi incredibile che leggerete La spiegazione a tutto quello di quasi incredibile che leggerete è in queste poche parole:
“These people can’t go anywhere else — they have to make peace.” “Forgiveness is not born out of some airy-fairy sense of benevolence. It’s more out of a survival instinct.” Yet the practical necessity of reconciliation does not detract from the emotional strength required of these Rwandans to forge it — or to be photographed, for that matter, side by side' è in queste poche parole:
“These people can’t go anywhere else — they have to make peace,” Hugo explained. “Forgiveness is not born out of some airy-fairy sense of benevolence. It’s more out of a survival instinct.” Yet the practical necessity of reconciliation does not detract from the emotional strength required of these Rwandans to forge it — or to be photographed, for that matter, side by side'.
20 years after the genocide in Rwanda,
reconciliation still happens one encounter at a time.
Last month, the photographer Pieter Hugo went to southern Rwanda, two decades after nearly a million people were killed during the country’s genocide, and captured a series of unlikely, almost unthinkable tableaus. In one, a woman rests her hand on the shoulder of the man who killed her father and brothers. In another, a woman poses with a casually reclining man who looted her property and whose father helped murder her husband and children. In many of these photos, there is little evident warmth between the pairs, and yet there they are, together. In each, the perpetrator is a Hutu who was granted pardon by the Tutsi survivor of his crime.
The people who agreed to be photographed are part of a continuing national effort toward reconciliation and worked closely with AMI (Association Modeste et Innocent), a nonprofit organization.
Photographs By PIETER HUGO Text by SUSAN DOMINUS
- UNA VOLTA LI CHIAMAVANO 'VU CUMPRÀ', POI, PER FORTUNA, HANNO COMINCIATO A CHIAMARLI 'IMMIGRATI' O ANCHE 'EXTRACOMUNITARI'.
di Giuseppe Satta, Treccani.it
Da sempre è complicato proporre e complicatissimo, poi, eventualmente, cercare di imporre ex lege l'adozione di questo o quel termine nella lingua d'uso comune. Tentativi possono essere fatti - e sono stati fatti recentemente - nel campo della lingua scritta, in particolare della lingua della pubblica amministrazione, al fine di rendere più comprensibili testi destinati a vasti strati della popolazione, proponendo una semplificazione del linguaggio di moduli e bollette, con particolare attenzione al lessico e alla sintassi.
- Festival of Timkat in Ethiopia 17-24 gennaio 2014 - in pictures AFP photographer Carl de Souza travels to the Ethiopian town of Gondar to document Timkat, the Ethiopian Orthodox Christian festival marking Epiphany
the guardian.com, Monday 20 January 2014
Gallery (13 pictures), 20 Jan 2014: AFP photographer Carl de Souza travels to the Ethiopian town of Gondar to document Timkat, the Ethiopian Orthodox Christian festival marking Epiphany
- African Leaders and the international Criminal Court (ICC): Perpetrators, Victims or Scapegoats? Seminario di ricerca Milano 23 gennaio Palazzo ClericiIn dieci anni di attività tutti i casi trattati dalla Corte Penale Internazionale hanno riguardato unicamente crimini pepetrati in Africa e cittadini africani.
- Italia-Africa: Slow Food, stop dumping prodotti - Petrini a convegno organizzato alla Farnesina
(ANSA) - ROMA, 20 FEB
'L'Italia, se ha il coraggio, deve insistere perché finisca la vergogna del dumping in Africa dei prodotti agricoli finanziati dall'Unione europea'. Lo ha detto oggi il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, intervenendo al ministero degli Esteri a Roma al Tavolo Agricoltura dell'Iniziativa Italia-Africa, voluta dal ministro Emma Bonino per promuovere e coordinare l'azione del nostro Paese in Africa.
- Vecchi e nuovi attori si contendono l'Africa
di Gian Paolo Calchi Novati, 20 dicembre, Ispionline
Dopo essere stata per molto tempo la principale “arma” della politica africana dell’Italia e un po’ di tutti i governi occidentali, la cooperazione – che in genere precede o accompagna gli investimenti diretti – ha perso molto del suo potere contrattuale. Ancora nel 2005 l’aiuto all’Africa fu scelto come il tema di maggiore risonanza dal premier Tony Blair quando il Regno Unito era contemporaneamente alla testa del G8 e dell’Unione Europea. I tempi sono cambiati.
- AFRICA/TANZANIA - “Le violenze contro i cristiani derivano dall’estremismo religioso ma anche da tensioni economiche” dicono i Vescovi
Agenzia Fides 9/4/2014
Roma (Agenzia Fides) - “Ci sono estremisti musulmani che vorrebbero eliminare i cristiani dalla società perché pensano che l’unica religione in Tanzania debba essere quella islamica” denuncia all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Tarcisius Ngalalekumwta, Vescovo di Iringa e Presidente della Conferenza Episcopale della Tanzania, che si trova a Roma per la visita Ad Limina Apostolorum. “Naturalmente queste sono posizioni estreme, che non riflettono l’opinione della maggioranza dei musulmani locali. Tra questi, anzi, ci sono importanti esponenti con i quali è possibile entrare in dialogo di pace” precisa il Presule.
- 'Sixteen Cats on One Tree' in Warwick Writing - A Venetian Miscellany
By Dr Loredana Polezzi, Department of Italian, in News and Event Warwick
A collection of essays which celebrate Warwick's long connection with the city of Venice - not least its occupation of the Palazzo Pesaro Papafava, which has become the University's permanent Italian base. Here the essay of Loredana Polezzi, an Associate Professor in Warwick’s Department of Italian Studies. She studied Modern Languages at Venice and Siena and has an MA in Italian Studies and a PhD in Translation Studies from Warwick. Her research focuses on the history of travel writing and the connection between geography and social mobility, as well as theories and practices of translation. Loredana is Director of Warwick’s Venice Centre.. 'It may seem like heresy to start a piece about Venice by mentioning one of its historical rivals, but there is a song about Genoa which always reminds me of my meeting with Venice. It was written by Paolo Conte (a Piedmontese) and it describes the marvel and shock of the first encounter with a city of water for someone who was raised away from the sea (Paolo Conte, Genova per noi, 1974). I met Venice when I was eighteen, as I arrived from Tuscany to study at Venice’s Ca’ Foscari University for a year. I had grown up in the countryside. My landscapes were made of hill towns and expansive valleys. My elective city was Florence, with its airiness and its uneasy relationship with the river that cuts through it. Venice meant standing and walking on water, feeling surrounded but also protected by it. And it meant, like Conte’s Genoa, the strange encounter with a place so still and yet always moving, ‘anche di notte’ – even at night'.
- Nigeria e Kenya raccontate da due scrittrici ospiti al Festival della Letteratura Incroci di Civiltà
di Paola Pastacaldi
Lola Shonheyn, trentanovenne scrittrice nigeriana e poetessa, incontra il pubblico di Venezia alla Fondazione Querini Stampalia, in compagnia di una scrittrice kenyota di nome Muthoni Garland, autrice di libri per bambini, fondatrice della casa editrice Storymoja e ideatrice di un festival della letteratura ormai popolare. L’esordio di Lola Shonheyn all’incontro è subito segnato da una vena di umorismo freddo, molto simpatico, che terrà vivo durante tutti gli interventi. In presenza del marito in sala (il figlio dello scrittore Wole Soyinka, primo africano a ricevere il premio Nobel per la letteratura) ha dichiarato senza battere ciglio: “La vostra cucina è favolosa; forse per poter continuare a mangiare la pasta con le vongole sarei disposta anche ad una leggera forma di poligamia”. Risate del pubblico per lo più femminile che ha apprezzato lo spirito. In realtà Lola Shoneyn ha giocato sullo sdrammatizzare il tema, per catturare l’attenzione del pubblico italiano. Infatti è l’autrice di un importante romanzo sulla poligamia, tradotto in italiano con il titolo “Prudenti come serpenti” (66th &2nd, 2012), con il quale denuncia le conseguenze tragiche della poligamia, i rapporti di potere che si stabiliscono al suo interno, gli intrighi, le oppressioni sui figli. Una serie di dinamiche perverse che vengono messe in atto dalle mogli al solo fine di conquistare l’affetto del marito, poligamo.
- Postcards from home: documenting Nigeria's floating community - Makoko the 'Venice of Africa'.
From Soni Methu, CNN December 24, 2014
La rubrica Inside Africa della CNN esplora le diverse culture africane nei singoli diversi paesi e regioni.
Every week, Inside Africa takes its viewers on a journey across Africa, exploring the true diversity and depth of different cultures, countries and regions.
(CNN) -- Some call Makoko the 'Venice of Africa'.
But while the intricate waterways may replicate the layout of the picturesque Italian city, living conditions could hardly be more contrasting.
- La politica dell'Italia in Africa, Ispionline
di Giovanni Carbone, Gianpaolo Bruno, Gian Paolo Calchi Novati, Marta Montanini
Le ragioni di un rinnovamento della politica estera dell’Italia in Africa
La necessità per l’Italia di ripensare e rinnovare le proprie relazioni con l’Africa subsahariana origina da tre principali ragioni. La prima è un dato strutturale, ovvero la relativa prossimità geografica della regione subsahariana, e dunque tanto delle opportunità economiche quanto dei rischi politici che essa può rappresentare per l’Italia. La seconda è legata alla fase storica che l’Italia attraversa e alla possibilità di contribuire al rilancio dell’economia nazionale ‘agganciandola’ maggiormente all’espansione economica africana in corso. La terza è l’opportunità di svolgere un ruolo nell’indirizzare i processi di sviluppo e di governance a livello globale, proponendosi come partner dei paesi africani nell’identificazione e implementazione di strategie di sviluppo sostenibili da un punto di vista economico, politico, sociale e ambientale.
- Buongiorno Africa, perchè occuparsi di Africa
Blog a cura di Raffaele Masto e della rivista 'Africa, missione e cultura'
Pubblichiamo questa introduzione ad un blog tenuto da un giornalista che lavora alla redazione esteri di Radio Popolare. Il Blog è una iniziativa della rivista 'Africa' dei Padri Bianchi. Le poche parole che seguono mi hanno colpita per la loro semplicità e autenticità. Mi hanno ricordato le parole di un grande poeta italiano Pasolini, autore di un significativo documentario intitolato 'Appunti per una Orestiade africana', che avrebbe dovuto diventare un film.
Pasolini diceva che l'Africa siamo noi! L'Africa è in altre parole ciò che noi eravamo, prima della industrializzazione e del mercato. In Africa non andiamo cercando altro che noi stessi. Ecco il testo di Raffaele Masto.
'Ma perchè mai di questi tempi dovremmo occuparci di Africa? Con l’Italia che rischia di uscire dall’Eurozona, con lo spettro della Grecia che aleggia sulla nostra economia, con una classe politica che rischia di farci finire come l’Argentina di qualche anno fa, con le banche che non davano più soldi anche a chi ce li aveva depositati per anni. Insomma, di problemi impellenti che riguardano la nostra vita ce ne sono in abbondanza. Perché l’Africa? La mia risposta è che ci conviene. L’Africa è più vicina alla nostra vita e alla nostra attualità di quanto sospettiamo. Non lo dobbiamo fare per buonismo o per correttezza politica, ma per opportunismo.
Buona parte delle materie prime che usiamo quotidianamente vengono dall’Africa (oro, rame, bauxite…ma non solo minerali: cotone, caffè, cacao, thè…) e di solito le abbiamo pagate molto meno di ciò che valgono.
Se le pagassimo il giusto prezzo quante aziende della trasformazione che risiedono in Europa non starebbero più sul mercato?
- Geni etiopi e evoluzione umana
Oggiscienza
Linguistica, antropologia e genetica collaborano ormai da tempo, unite dallo scopo di tracciare ipotesi sull’evoluzione delle popolazioni umane. Un’area del mondo particolarmente interessante a questo proposito è il corno d’Africa, da cui secondo alcune teorie sarebbe partita la specie umana poi trapiantatasi in Europa. Una ricerca britannica ha ora cominciato a svelare l’eredità genetica delle popolazioni etiopi, dotate di uno dei gradi di diversità maggiori del mondo. I ricercatori hanno scoperto che i genomi di alcuni popoli etiopi hanno somiglianze sorprendenti con quelle delle popolazioni di Israele e Siria, il che sembra dare un qualche fondamento genetico alla leggenda della Regina di Saba.
La ricerca, pubblicata sull’American Journal of Human Genetics, ha rivelato una mescolanza genetica, risalente a circa tremila anni fa, tra etiopi e popolazioni non africane. I dati sull’origine geografica e sul periodo in cui sarebbe avvenuto questo mix, supportati anche da studi linguistici precedenti, sono consistenti con quelli della leggenda della Regina di Saba che, secondo il libro etiope Kebra Nagast (per inciso, si tratta di uno dei testi sacri del rastafarianesimo) ebbe un figlio dal re Salomone d’Israele, e che è menzionata sia nella Bibbia sia nel Corano.
- Il delicato equilibrio tra Cristianesimo e Islam a partire dal caso dell’Etiopia
Emanuele Fantini, Università degli Studi di Torino, Ispi on Line
L’ultimo censimento nazionale condotto in Etiopia (2007) ha contato, su una popolazione totale di circa 80 milioni di persone, il 43% di cristiani ortodossi, il 33,9% di musulmani e il 18,6% di prote- stanti: questi ultimi in virtù dell’esplosione del movimento pentecostale hanno raddoppiato il loro numero rispetto al censimento precedente (1994), affermandosi come la religione che cresce più rapidamente nel paese. La pubblicazione di queste cifre non ha mancato di suscitare polemiche, soprattutto da parte di alcune componenti della comunità musulmana, che denunciano una siste- matica sottostima della popolazione delle regioni a maggioranza islamica (Somali e Afar), per legit- timare la tradizionale immagine dell’Etiopia come stato cristiano e per truccare la ripartizione delle risorse nazionali tra i differenti stati regionali che compongono la Repubblica federale etiope.
L’avanzata dei “Pente” (come vengono popolarmente identificati in Etiopia i fedeli delle chiese evangeliche, pentecostali e indipendenti) suggerisce diverse riflessioni e invita ad alcune cautele nell’analisi delle religioni nello spazio pubblico africano.
- Leggere l’Africa attraverso la sua cultura. Incontro con la rivista “Africa e Mediterraneo”Sabato 31 marzo, alle 18.30, presso la Biblioteca Dergano-Bovisa di Milano, saranno presentati gli ultimi due numeri della rivista “Africa e Mediterraneo” sul Senegal
- Presentazione del volume “Comunicare l’immigrazione – Guida pratica per gli operatori dell’informazione”
da Africa e Mediterraneo, rivista semestrale
Lunedì 20 febbraio 2012, alle 10,30, presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, Sapienza Università di Roma, Via Salaria 113 a Roma verrà presentato alla stampa e distribuito ai partecipanti fino ad esaurimento delle copie un manuale contenente dati e informazioni sui temi dell’integrazione e dell’immigrazione, per contribuire a realizzare un’informazione realistica e non distorta sull’apporto dei cittadini stranieri al nostro paese.
Il libro “Comunicare l’immigrazione' è una guida pratica per gli operatori dell’informazione”, realizzato da coop. Lai-momo, editrice di Africa e Mediterraneo, e dal Centro studi e ricerche Idos, curatore del Dossier Statistico Immigrazione Caritas Migrantes, fornisce un quadro di riferimento relativo al riparto di competenze istituzionali in materia di immigrazione, oltre a dati quantitativi e indicatori territoriali che mettono in luce i benefici del fenomeno migratorio per la società ospitante; propone una sintesi comparativa a livello europeo delle principali norme che regolano lʼingresso ed il soggiorno degli stranieri e dei principali indici di integrazione, e offre, infine, esempi di buone prassi comunicative e racconti di storie di migrazione di successo.
- Sviluppo rurale e riduzione della povertà in Etiopia
da Africa e Orienti, trimestrale 2012 AIEP Editore
In un contesto di diffusa povertà e differenze sociali che caratterizza le aree rurali dell'Etiopia, il volume analizza le sfide principali che il settore rurale sta affrontando, le principali dinamiche di trasformazione socio-economica in corso e il ruolo svolto dalle principali politiche di sviluppo rurale, di riforma agraria, di sostegno all'agricoltura e di lotta alla povertà attuate dallo Stato etiopico. Il volume, pubblicato bilingue italiano e inglese, è curato da Mario Zamponi, Ricercatore di Storia e istituzioni dell'Africa sub-sahariana e di Problemi e priorità dello sviluppo politico nei paesi in via di sviluppo presso il Dipartimento di Politica, Istituzioni, Storia dell'Università di Bologna.
(estratto da Africa e Orienti, una rivista trimestrale creata nel 1999 da studiosi e ricercatori con l'obiettivo di analizzare e far conoscere la realtà contemporanea dell'Africa, del Mediterraneo e del Vicino e Medio Oriente con contributi di autori italiani e stranieri. La rivista pubblica in particolare studi su immigrazione, sviluppo, cooperazione, multiculturalità e diritti umani. La rivista è promossa dall'Associazione 'afriche e orienti' e pubblicata da AIEP Editore.
- Il Senegal e la diaspora senegalese
Africa e Mediterraneo, febbraio 2012
Il dossier che pubblichiamo presenta alcuni approfondimenti sugli eventi socio-culturali che hanno segnato l’ultimo anno e nei quali il Senegal ha inteso interpretare un ruolo anche politico presentandosi come punto di riferimento di una visione globale e panafricana del futuro del continente e della sua proposta culturale: il Monumento al Rinascimento africano e il terzo Festival mondial des arts nègres. Queste iniziative sono approfondite e spiegate nei loro retroscena, nelle motivazioni e negli errori dagli articoli di Victoire Axiga-Dokpo e Itala Vivan.
Il dossier continua con vari approfondimenti su aspetti culturali del Senegal, con interessanti visuali storiche. Un panorama del cinema senegalese, della sua importanza nel passato con l’opera dei grandi Ousmane Sembène e Djibril Diop Mambéty così come della sua difficoltà attuale, è tracciato nell’articolo di Simona Cella.
- NIGERIA, SOCIAL NETWORK INFIAMMANO GIOVANI E DEMOCRAZIA
AGIAFRO, 10 febbraio 2012
Lagos (Nigeria), 10 feb. - Con oltre 1,65 milioni di ‘tweets’ negli ultimi tre mesi del 2011, la Nigeria risulta la terza nazione africana piu’ attiva e dinamica con il mondo dell’on line. Lo rileva una ricerca effettuata da un prestigioso istituto di Nairobi, capitale del Kenya. La dinamicita’ e la dimestichezza con internet dei giovani nigeriani oramai non sorprende piu’ gli esperti, e rappresenta un fattore decisivo per l’affermazione dei diritti civili e politici nella nazione piu’ popolosa del continente (160 milioni di abitanti). La prova e’ arrivata con l’ondata di proteste e scioperi di gennaio conto il caro-vita che ha costretto il governo centrale a importanti concessioni e ha fatto pensare all’arrivo della “primavera araba” sotto il Sahara.
- Infibulazione, in Italia 3mila bambine rischiano le mutilazioni genitali
Il Messaggero, 6 febbraio 2012
ROMA - Tremila bambine nate e cresciute in Italia rischiano di essere sottoposte a mutilazioni genitali. Sono le figlie delle immigrate che provengono dal Corno d'Africa o dal Mali o dall'Egitto. Per queste madri è necessario rispettare le tradizioni, anche se ci si trova a migliaia di chilometri dalla terra d'origine e anche se questo significa sottoporre la loro bambina ad una procedura chirurgica, non in strutture sanitarie dove è vietata (in Italia si rischia la reclusione fino a 12 anni) ma affidandola a mammane e privati che ne traggono pure un profitto economico.
Clandestinità. Il tutto in un circuito clandestino che sfugge ai controlli, passa sotto traccia ed è quello dei negozi in cui si fanno i piercing e tatuaggi, con strumenti di fortuna e in condizioni igieniche precarie, basta andare poco fuori dai confini italiani, in Paesi come la Svezia che recentemente si è dotata di una legge contro le mutilazioni genitali femminili.
- ECONOMIA Africa, le mire del Dragone Pechino maggior partner del Continente.
di Andrea Pira, 6 febbraio, Lettera 43
Il futuro delle relazioni sino-africane è luminoso, almeno quanto la nuova sede dell'Unione africana ad Addis Abeba. La torre di marmo e vetro, alta 113 metri per una superficie di 110 mila metri quadri, è costata 200 milioni di dollari. Versati interamente da Pechino.
Non sorprende, dunque, che i 54 capi di Stato africani, riuniti a fine gennaio per l’annuale assemblea, abbiano accolto con ogni onore l'inviato cinese, Jia Qinglin, presidente del Comitato nazionale della Conferenza politico consultiva del Dragone.
«I rapporti tra Africa e Cina si basano sul mutuo sostegno e l'assistenza reciproca», ha detto l’asiatico intervenendo al summit. E ancora: «Il nostro sostegno all’Africa non ha mai avuto motivazioni politiche».
- In Africa sempre più preoccupante il fenomeno delle 'terre in affitto'
R.B. Radio Vaticana 3 febbraio 2012
Le terre coltivabili del continente africano sono sempre più a rischio sfruttamento da parte delle multinazionali del settore alimentare. È la denuncia della coalizione di ong Rights and Resources Initiative, secondo la quale il fenomeno del land grabbing coinvolge ormai 35 Paesi e affama circa 428 milioni di persone.
- SALUTE, MORTALITA' MALARIA CALATA DEL 33% IN DIECI ANNI
AGIAFRO, 2 febbraio 2012
Monrovia, 2 feb. - In Africa la malaria fa sempre meno paura, tanto che nella maggior parte della sue nazioni non risulta piu' la prima causa di morte tra i bambini fino a cinque anni. Nell'ultimo decennio, secondo i dati elaborati dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), la mortalita' per cause collegate alla malaria si e' ridotta del 33 per cento.
- Nasce 'l'iPad africano', costa 228 euro
AGI, 1 febbraio 2012
Funziona bene ed e' a buon mercato il primo 'tablet' 'made in Africa' da ieri in vendita a Brazzaville e atteso entro la prima meta' di febbraio in dieci paesi dell'Africa Occidentale, ma anche in Belgio, Francia e in India. Il mitico iPad della Apple ha dunque un nuovo e inedito concorrente - spiega l'agenzia missionaria Misna, rilanciando 'Jeaune Afrique' - grazie all'inventiva dell'informatico congolese Verone Makou, consigliere per le nuove tecnologie della comunicazione del ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni di Brazzaville.
- Intervista con Romano Prodi: un patto tra Italia, Francia e Spagna per rilanciare l'Europa
di Riccardo Barlaam, Il Sole 24 Ore
Addis Abeba - Sul tavolo dell'hotel, in giardino, sotto un sole africano, ci sono due cartoncini, forse il retro di una scatola di fazzoletti, pieni di parole scritte a mano fitte fitte: «Sono alcune riflessioni sul capitalismo. Non avevo fogli di carta. Ora devo ricopiarli».
Romano Prodi, 72 anni, non ascolta i consigli dei suoi che lo invitano a stare all'ombra («comincio a vivere sopra i 30 gradi», ride sornione). Come un gatto dalle sette vite sembra in forma più che mai. Parla a ruota libera dell'Europa e dell'Africa, delle elezioni francesi, della Grecia. Dell'Italia del Governo Monti e perfino del Giro d'Italia («mi hanno invitato, mi piacebbe andare ma non so se riuscirò…»).
È ad Addis Abeba, la Bruxelles africana, per la terza edizione del convegno organizzato dalla sua Fondazione per la collaborazione tra i Popoli: «Africa, 54 Paesi, una Unione».
- Intervista a Wole Soyinka: la corruzione? Non è un male solo africano, riguarda anche casa vostra
di Paola Pastacaldi
Il colonialismo non è una parola che appartiene al passato. Il colonialismo, non solo ha lasciato dei segni tutt’ora evidenti nei Paesi colonizzati, - questo lo sappiamo bene - ma vive ancora nei regimi dittatoriali sotto forma di un nuovo colonialismo che a volte è più inetto e corrotto di quello del passato. E’ Wole Soyinka, nigeriano, premio Nobel per la letteratura nel 1986, - primo africano a ricevere il Nobel - a spiegarci questo aspetto dell'Africa moderna. Wole Soyinka è arrivato sabato a Pordenone, graziosa cittadina del Friuli, in qualità di protagonista del Festival Dedica (che proseguirà sino al 24 marzo) quest’anno interamente dedicato a lui e ai suoi scritti con letture, rappresentazioni teatrali, interviste e musica.
- Revolution, social media, cyber protest . Live, on the Egyptian street
by Navid Hassanpour, Le Monde Diplomatique, febbraio 2012
It’s already the conventional view that new social media inspired and aided the Arab Spring, especially the Egyptian revolution. The reality was a little different
- IMMIGRAZIONE- GUIDA PER GIORNALISTI: CONOSCERE PER INFORMARE
Ansa, 20 febbraio 2012
Nel 53% dei casi si parla di immigrati in articoli legati alla cronaca nera, perciò non sorprende che quasi la metà degli italiani (il 46% secondo un recente rapporto Eurispes) abbia un atteggiamento di diffidenza nei loro confronti: «La comunicazione su questo tema - dice il sottosegretario al Welfare - è quanto meno carente: si punta soprattutto su argomenti funzionali alla creazione di stereotipi, anche il linguaggio usato e i dati proposti producono un atteggiamento negativo». Attraverso un finanziamento europeo, il ministero ha prodotto un manuale ad uso degli operatori della comunicazione, 'Comunicare l'immigrazionè, una guida pratica per gli operatori dell'informazione, realizzato dal Centro studio Idos (che realizza in dossier Caritas Migrantes) e alla cooperativa Lai-mono, presentata a La Sapienza.
- Parole d'Africa blog
di Francesca Rubino
Parole d'Africa è un viaggio letterario alla scoperta delle culture africane si propone come un blog di approfondimento delle culture africane tramite la condivisione di letture di opere di autrici e autori africani, prevalentemente di lingua inglese.
I vari post propongono non solo recensioni di opere di vari generi, dalla narrativa (romanzi e racconti) al teatro, dalla poesia alla saggistica, ma anche profili delle scrittrici e degli scrittori proposti, e anche cenni alla storia dei Paesi di provenienza di tali autrici e autori, con particolari riferimenti alla colonizzazione e all'indipendenza. Inoltre, il blog conterrà anche delle note sulle letterature africane in generale, riguardanti le caratteristiche peculiari di tali scritture rispetto a quello che siamo abituate a leggere nelle opere prodotte in occidente.
Lo scopo fondamentale di questo blog è quello di condividere con le lettrici e i lettori italiani delle opere e delle personalità che sono poco conosciute in Italia, e le cui opere non sono necessariamente tradotte in italiano. Con questo blog mi propongo in un certo senso di creare una domanda per la pubblicazione di traduzioni italiane di opere di autrici e autori africani di lingua inglese cercando di suscitare interesse nei lettori del mio blog verso delle letterature che hanno tantissimo da raccontare e da insegnare all'occidente.
- AFRICA. Somalia. Pirati o benefattori?
di Joshua Massarenti, Vita 3 febbraio 2012
«Senza di noi le popolazioni non vivrebbero»
“Il sequestro delle navi ci consente di rifornirci di derrate alimentari. Compriamo delle capre per distribuire della carne e del khat (erba narcotica diffusa in Africa orientale, ndr). Insomma, introduciamo denaro nell’economia del paese. Senza di noi, come pensa che le popolazioni locali possano sopravvivere? Tutti i pesci delle nostre acque sono stati portati via”.
- Dossier: Asmara Africa’s Secret Capital of Modern ArchitectureCan the superlative „Asmara – Africa’s secret capital of modern architecture“ still be topped? There are other well-known sites of early modernist architecture, such as Tel Aviv, Israel, Miami South Be- ach, Florida, or Napier in New Zealand. However, the rich collection of early modernist architecture in the city of Asmara, the blending of a variety of modernist styles, the urban comprehensiveness of the historic perimeter, and the almost untouched, yet deteriorated, condition of the buildings is uni- que. Until Naigzy Gebremedhin, Edward Denison and Guang Yu Ren published their standard work „Asmara – Africa’s Secret Modernist City“ in 2003, this architectural world heritage was unknown or unrecognised by most historians of architecture. The goal of the Asmara Architecture Exhibition is to preserve this great architectural treasure. Once stable peace and the respect of human rights are achieved at the Horn of Africa, Eritrea’s development may benefit from a flourishing tourism.
- ELEZIONI. Senegal sull'orlo della guerra civile
Scontri e morti dopo la candidatura di Wade e lo stop a Youssou Ndour, di Joshua Massarenti, Vita 31 gennaio 2012
Tre morti in 48 ore. E’ il bilancio della protesta che sta dilagando dopo l’autorizzazione concessa dal Consiglio costituzionale senegalese al presidente uscente Abdoulaye Wade di candidarsi per la terza volta consecutiva alle elezioni presidenziali.
Quelle previste il 26 febbraio prevedevano la partecipazione del musicista Youssou Ndour (in foto), ma i cinque ‘saggi’ del Consiglio (nominati da Wade) hanno bocciato la sua candidatura sostenendo che la star internazionale non ha saputo presentare un numero sufficiente di firme valide. Non è quindi servito a nulla il ricorso deposto da Ndour due giorni fa che sosteneva di aver superato la soglia delle 10mila firme richieste. Tutto regolare invece per quanto riguarda Wade.
- L'ALLARME Africa, morire di ritardo Da luglio 50 mila decessi per fame. Aiuti troppo lenti.
di Antonia Del Re (Lettera 43, quotidiano online, 29 gennaio 20102)
Lo stato di carestia è stato dichiarato nel luglio 2011. Da allora, nel Corno d'Africa, almeno 50 mila persone sono morte a causa della malnutrizione. Di queste, secondo l'Unicef, più di 30 mila sono bambini. E la mancanza di cibo e acqua minaccia ancora la vita di 150 mila persone.
DALL'ONU 1,5 MILIARDI DI DOLLARI. Durante l’estate, gli abitanti a rischio erano 750 mila. Il numero è calato notevolmente anche grazie a 1,5 miliardi di dollari di aiuti stanziati dalle Nazioni unite, che hanno garantito cibo e assistenza alla popolazione. Tuttavia, decine di migliaia di morti pesano sulla coscienza dei governi che non hanno saputo gestire l'emergenza e che vengono accusati di un ritardo catastrofico.
Un rapporto pubblicato da Oxfam (Oxford committee for famine relief) e Save the children li accusa di troppa lentezza nei soccorsi.
- In Africa l'accesso a Wikipedia è gratis. Gli abbonati alla compagnia telefonica Orange non pagheranno la connessione per visitare l'enciclopedia
24 gennaio 2012, LaStampa.it
La conoscenza è potere. Per questo l’enciclopedia on-line Wikipedia ha stretto un importante accordo con la compagnia telefonica Orange per offrire in modo gratuito i contenuti del sito sui telefonini e sugli smartphone dei clienti africani e mediorientali. Gli utenti che si collegheranno a Wikipedia non dovranno pagare il costo del traffico dati della connessione.
- Dal cacao al cioccolato, la nuova frontiera dell'Africa KANDEH K. YUMKELLA*
KANDEH K. YUMKELLA, *Direttore generale delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (Unido). La Stampa.it
Come africano, il mio sogno per il prossimo decennio è vedere il continente produrre e vendere cioccolato a 300 milioni di cinesi invece di esportare materie prime come il cacao. Diverse settimane fa, al simposio Cina-Africa a Xiamen, in Cina, ho sperimentato questa visione sul pubblico e gli oltre 2.000 delegati si sono uniti in un applauso scrosciante.
- E ora le donne dicono basta
di Giulia Cerqueti, Famiglia Cristiana, 25 novembre 2011
Il 25 novembre è la Giornata internazionale contro la violenza di genere. A Milano, Intervita Onlus propone un documentario sulla lotta contro le mutilazioni genitali femminili.
Per le donne africane è ancora una piaga terribilmente diffusa, difficile da sradicare. Le mutilazioni genitali femminili rappresentano una barbarie, una violazione dei diritti, una pratica disumana che provoca alle donne enormi sofferenze, traumi psicologici, infezioni gravi, spesso anche la morte. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, tra 100 e 140 milioni di di bambine, ragazze, donne nel mondo hanno subìto una forma di mutilazione genitale che, a seconda del gruppo etnico di appartenenza, varia da un taglio o escissione parziale fino all'infibulazione.
- SOCIETÀ E POLITICA SCENARI ma i Narratori Africani Scelgono la Lingua di Leopardi e Calvino
di Pietro Citati, il Corriere della Sera, 6 novembre 2011
Perchè molti scrittori africani e maghrebini oggi scelgono l' italiano? Perché all' inizio del nostro secolo, malgrado le influenze subite e i danni che si è inferto da solo, è ancora una lingua ricca, leggera, complessa, nobile, musicale: la lingua che adorava ed esaltava Leopardi, e che nei tempi moderni ha conosciuto l' amore di Gadda e di Calvino.
- Fondo Zanella, Istresco di Treviso. L’Africa coloniale nelle foto degli anni Trenta
di Paola Pastacaldi
Le foto del periodo coloniale raccontano di più e in modo più integro e, alle volte, assolutamente nuovo rispetto alle cronache scritte, i paesi in cui gli italiani furono presenti come viaggiatori e come colonizzatori. Gli scritti di fine Ottocento e dei primi del Novecento spesso peccavano di una visione eurocentrica, in qualche modo “ignorando” la storia e la specificità dell’indigeno, cadendo persino in vistosi errori nel dare il nome alle cose. Mancava sovente agli italiani viaggianti o emigranti – fatte ovviamente le solite eccezioni - una volontà di cultura, cioè la conoscenza del paese e della sua storia sociale (cosa cui, invece, sempre i viaggiatori inglesi sopperivano in modo molto più ampio, un nome solo per tutti l’esploratore Richard Burton). Il territorio, i suoi usi e costumi erano visti con occhi troppo italiani o europei, ignorando alla fine la storia dell’Africa reale. Ma gli indigeni, soprattutto di Etiopia ed Eritrea, che come sappiamo oggi sono stati la culla dell’umanità intera, avevano eccome una loro storia, sia per la gestione del territtorio che per le loro regole sociali e a questo proposito si possono leggere oggi molti studi anche in lingua inglese. Nelle foto storiche sia di privati che di studiosi si ha modo di vedere con maggiore chiarezza, scevra da giudizi e personalismi, come era allora il territorio africano e i suoi abitanti e il loro rapporto con noi.
- Dibattito e riflessione. Guardando in faccia la morte attraverso le immagini dei media.
di Paola Pastacaldi
I media non possono ormai più sottrarsi alla dittatura delle foto. Solo I lettori potrebbero imporre uno stop, non comperando nè guardando I media che contengono foto sgradite. Decretando il crollo momentaneo del media. Ma sappiamo che ciò non accade. Il cittadino ancora non usa lo strumento potente che in mano, quello di negare diritto di parola a chi ne fa un cattivo uso, sia televisivo che cartaceo. I giornalisti hanno sì delle regole deontologiche che riguardano le foto raccapriccianti, ma la soglia viene ampiamente superata da una nuova realtà in cui il raccapriccio è sempre più grande. L’assuefazione è stato uno dei gradi problemi di questi ultimi anni. Oggi forse sta arrivando la saturazione, la nausea? Servono nuove riflessioni, nuove regole adeguate alla nuova potenza della tecnologia. Oggi con Gheddafi sembra rinascere dalle ceneri una qualche forma di pietas che viene da lontano, una pietas introiettata in una infanzia morale dell’umanità, quasi incarnata nelle mente di chi guarda. Un pensiero che va oltre la cultura, oltre l’attenzione, oltre la specificità di chi commenta. Inattesa è arrivata la consapevolezza? Questo pubblico non vuole più vedere volti sfatti insaguinati e rotti come quello di Gheddafi. Quelle immagini hanno persino riportato alla luce della memoria il cappio al collo di Saddam, i soldati imprigionati nelle gabbie in Irak e poi decollati. . Per dare un contributo a questa riflessione abbiamo ripreso in mano due saggi di Susan Sontag, “Sulla Fotografia. Realtà e immagine nella nostra società” (Einaudi,
‘73), uno dei testi basilari per chi studia la fotografia, e “Davanti al dolore degli altri” (Saggi Mondadori, 2003), pubblicato trent’anni
dopo, sempre sulla questione delle immagini…
- Le immagini di Gheddafi e la pietas occidentale. La morale della Libia arcaica fatta di cabile e tribù. L‘Africa resta il paese delle Erinni,
di Paola Pastacaldi, giornalista e scrittrice (www.francoabruzzo.it e africa.blog.ilsole24ore.com)
“Alcuni giornali e radio hanno commentato la fine di Gheddafi parlando, ai margini, di immagini disumane, di corpo oltraggiato, di barbarie della vendetta. In breve, alludevano alla pietas. Ma questa è la nostra pietas, non è affatto quella dei popoli africani! Trovo questa visione dei fatti falsamente moralistica. O, meglio, trovo questi commenti velati di una mentalità che conserva ancora caratteri retrivi di colonialismo culturale”.
- Namibia, una mostra e un libro di Giancarlo Iliprandi alla Galleria Nuages di MilanoIn attesa della abituale partecipazione al Rendez-vous du Carnet deVoyage di Clermont-Ferrand,
Giancarlo Iliprandi torna alla Galleria Nuages di Milano, via del Lauro 10, dal 3 novembre al 3 dicembre, con una serie di disegni ed acquarelli dedicati alla Namibia. Uno dei paesi più sereni di questa tormentata Africa. Senza per questo rinnegare la sua passione per gli spazi infiniti.
- La colonia eritrea: dibattito letterario alla Summer School di Ca' FoscariDomani alle ore 10, al Polo Didattico San Basilio di Ca' Foscari a Venezia, all'interno del corso di Letteratura Interraziale della Summer School, coordinato dal professor Werner Sollors dell'Università di Harvard, la scrittrice e giornalista Paola Pastacaldi terrà una lezione agli studenti di lingue sul suo romanzo 'L'Africa non è nera', ambientato in Eritrea durante il periodo coloniale.
La scrittrice ne parlerà con gli studenti, i quali hanno nel corso dell'anno hanno tradotto in inglese una parte del romanzo. Il romanzo costruito su basi storiche racconta l'epopea degli italiani nella colonia eritrea, è ambientato ad Asmara e racconta le vicissitudini storiche che coprono il periodo che va dal 1935 alla fine della colonia e del protettorato britannico nel 1951.
- Macché New York o Tokyo. La città più cara al mondo è in Angola
di Riccardo Barlaam, Africablog Il Sole 24 ore
Luanda, la capitale dell'Angola, si colloca a sorpresa al primo posto come la città più cara, mentre Karachi, la capitale del Pakistan, la più economica del mondo. Lo afferma il rapporto sul costo della vita pubblicato da Mercer in cui è stato analizzato il prezzo di generi alimentari, trasporti, abitazioni, abbigliamento di oltre 200 città del mondo.
- Festival d'Africa alle Cascine
di Paolo Russo, La Repubblica Firenze 19 luglio 2011
Con la sua carovana di musica, danza, cibo, incontri, dal 21 al 23 luglio la cultura tuareg torna al Festival au Desert grazie a Fabbrica Europa. Artisti di Mali, Niger, Senegal e Francia si incontrano qui con colleghi italiani. Così al via il 21.
- «Cuore di tenebra» diventa fantascienza
di Dina D'Isa, Il Tempo, 7 luglio 2011
Il regista Peter Cornwell sta girando in Usa il suo film ambientato nello spazio e tratto dal romanzo di Conrad
- Crisi alimentare nel Corno d'Africa a causa di una gravissima siccità
di Irene Pugliese, Radiovaticana, 30 giugno 2011
“La perdita di raccolti, rappresenta l’impossibilità delle famiglie di riuscire a sopravvivere. Per quanto riguarda l’allevamento - che nella regione è principalmente di cammelli e mucche - è addirittura devastante l’effetto, perché ci sono famiglie che hanno perso quasi la metà del loro intero gregge. Dal punto di vista sanitario, medico, non avendo risorse proprie, non si può accedere a servizi medici che sono a pagamento. Inoltre, non si può avere accesso all’acqua perché anche l’acqua, in questo angolo del mondo, è a pagamento”.
- Algeri. Mostra sui best seller italiani più venduti all'estero
30 giugno. AGI
La storia dell'editoria italiana condensata in 2mila copertine di libri 'doc'. Finite le tappe di Pechino, Barcellona e L'Aja, la mostra itinerante 'Copy in Italy, autori italiani nel mondo' sbarca in Nord Africa e approda all'Istituto di cultura di Algeri a partire dal 7 luglio. La mostra, promossa dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, in collaborazione con l'Associazione italiana editori, ricostruisce storie e immagini di autori italiani a caccia di fortuna e successi fuori dai confini nazionali.
- CERCANSI TUTOR PER CRONISTI AFRICANI La storia del sito AfricaTimesNews dove le notizie sono scelte e scritte da africani
di Paola Pastacaldi
- Ofelia e il grande banchiere L'America dimentica la privacy (che ha inventato)
di Paola Pastacaldi
- Traduzione e postcolonialismo: il racconto come genere letterario in Africa
di Daniela Buccioni, Laurea in Lingue Straniere, Università di Macerata
Mescolando gli idiomi locali alle lingue europee, le nuove generazioni di scrittori ci offrono un'inedita visione dell'Africa: la condizione femminile, la politica e il riconoscimento delle identità sono solo alcuni dei temi che affiorano all'interno dei loro scritti. Dopo aver letto dunque quello che è il loro vissuto, gli scrittori africani ci chiedono di essere riconosciuti al di fuori di quelli che sono i confini fisici dell'Africa. In tal senso, la traduzione diviene transculturazione: inserendosi all'interno di letterature come quella anglofona ed italofona, gli scrittori auspicano ad una rivisitazione di quella visione 'esotizzante' che il colonialismo ha prodotto. Tale messa in discussione si riflette nei linguaggi che gli scrittori africani producono
- Tripoli, i coloni veneti e il petrolio impossibile
di Paola Pastacaldi, 1 maggio 2011, Il Corriere del Veneto
Fu chiamata l’operazione dei ventimila, tanti dovevano essere i coloni a sbarcare in quello «scatolone di sabbia» che era la Libia del 1938. I coloni avrebbero dovuto trasformare le desolate e aride pianure desertiche, dove soffiava forte il ghibli, in campi fertili, spianare i terreni rocciosi e creare una prospera agricoltura fitta di aziende e colture felici che avrebbero cementato il progetto di cambiamento della Libia come quarta sponda dell’Italia, ormai per legge territorio metropolitano. Non più emigrazione, non più miseria ma partenza trionfante, progetti grandiosi e terra promessa, quasi Eldorado. In Libia avrebbero trovato tutto pronto, case, attrezzi e sementi e bestiame.
- Libri: esce ''Malaparte scrittore di guerra'' di Enzo Laforgia
Adnkronos, 28 aprile
Roma, 28 aprile - Arriva in libreria ''Malaparte scrittore di guerra'' di Enzo Laforgia, pubblicato da Vallecchi. Curzio Malaparte, al secolo Kurt Erich Suckert, nacque nel 1898 e mori' nel 1957. Piu' della meta' dei suoi cinquantanove anni fu attraversata da quella che egli stesso defini' ''la guerra lampo dei Trent'anni'' del Novecento.
- GLI OGGETTI DI MARCHIO NEL SISTEMA COLONIALE IN AFRICA
Jean-Pierre Sourou Piessou
La colonizzazione in Africa ( circa dal 1884-1960/75) è stata spesso considerata dai piu’ solamente come un fatto esterno che ha segnato l’Africa solo dal punto di vista politico, militare, religioso ed economico. Non lo nego. Anche questo è stata la colonizzazione europea in Africa. Ma c’è dell’altro su cui vorrei spendere due parole. E’ la colonizzazione europea in Africa che si è servita dei marchi simboliciper coinvolgere i giovani africani nella sciagurata avventura del dominio e dell’imperialismo coloniale. Anch’io facevo parte di questo gruppo di giovani, ma molti anni dopo la colonizzazione.
- E Ardito Desio trovò il petrolio in Libia
di Antonio Airò, Avvenire
Nel 1937/38 il Governatore Italo Balbo fece arrivare 20mila contadini veneti con l’obiettivo di trasformare il deserto in campi coltivalti (quello che poi ha fatto Israele nel Neghev). Mancava l’acqua. Il prof Ardito Desio (Politecnico di Milano – futuro conquistare nel 1954 del k2) trovò l’acqua, ma anche il petrolio. Nel Politecnico di Milano è conservata una ampolla con quel petrolio. I veneti sono all’origine della fortuna della Libia nel dopoguerra, quando il petrolio venne sfruttato prima dagli inglesi e poi da altre compagnie tra le quali l’Eni.
- LA CAMPAGNA Un Sms per salvare 8.000 bambini
La Repubblica, 4 aprile,
L'Africa chiama per la lotta alla fame
Il contributo solidale fino al 20 aprile prossimo per sottrarre dalla sofferenza per la fame, dalla malnutrizione e dall'AIDS minori in Kenia, Tanzania e Zambia. Progetti da 10 anni
- INTERNAZIONALE A FERRARA Rinascimento nigeriano
Internazionale, 19 settembre 2013
La scrittrice nigeriana Noo Saro-Wiwa, intervistata a proposito della letteratura in Nigeria dice a Internazionale: 'È un rinascimento. C’è stato un periodo, negli anni ottanta e agli inizi degli anni novanta, in cui si era registrato un declino a causa della dittatura militare. Con la rinascita della democrazia i giovani scrittori hanno di nuovo maggiori opportunità di emergere. E l’occidente è molto più aperto alla scrittura africana. La combinazione tra questi due fattori ha reso possibile la nuova letteratura nigeriana'Ha vissuto la morte del padre, la dittatura e l’esilio. Oggi Noo Saro-Wiwa racconta i sogni della nuova Nigeria.
- Guangzhou, Cina: la terra promessa dei business man africani Il Chinese dream esportando telefonini in AfricaHong Kong , (TMNews) - Dagli scantinati fatiscenti di questo palazzo di Hong Kong, Ali Diallo vende prodotti elettronici destinati al mercato africano. Un business milionario in costante crescita quello di Ali e di altri imprenditori africani che, come lui, hanno trovato in Cina la terra promessa. Secondo alcune stime, quasi un quinto dei telefoni cellulari usati in Africa è passato da qui.
- CORNO D'AFRICA. Etiopia, emergenza e tensioni
Vita.it, 30 gennaio 2012
Gloria Polucci, responsabile paese e coordinatrice dei progetti del VIS in Etiopia , ha aggiornato sulla situazione della zona in cui lavora, la Somali Region. 'Nella Somali Region la tensione è molto alta e la situazione sempre più allarmante. Si sono registrati scontri tra tribù locali sulla strada per Dolo per cause politiche: è stata creata una nuova Provincia nella Regione Somala abitata da queste due tribù e ci sono scontri per determinare quale sia la capitale della provincia. Ci sono stati 20 morti e alcune settimane fa si sono svolte riunioni d’emergenza con il Governo qui ad Addis Abeba per decidere il da farsi. L’Ambasciata Italiana già da quasi un mese avvisava della pericolosità dell’area soprattutto in rapporto agli scontri che ci sono sul confine tra Kenya e Somalia e tra Etiopia e Somalia. A questi ora si aggiungono anche scontri interni.
- Dall'Etiopia a Wall Street, il viaggio del Caffè
di Federico Fubini, Corriere Economia, 28 marzo 2011
- La mia Etiopia a New York
di Livia Manera, Corriere della Sera, 28 febbraio 2011
Dinaw Mengestu, l’autore di 'Leggere il vento' (Piemme) «né bianco né nero», che l’America ha trasformato in una star. «L’orgoglio di essere africano, il dramma di essere emigrato». Chiedete a un etiope che abbia mai riempito un formulario d’immigrazione americano quale casella abbia barrato alla voce razza, e vi risponderà senza esitazione quella con scritto «Altro».
- Al-Jazira, une chaîne libre au Proche-Orient La télévision arabe qui dérange
par David Hirst, Le Monde Diplomatique, 11 febbraio 2011
Plus que tout autre, le contexte médiatique arabe se caractérise par le conformisme et la révérence. La plupart des grands médias sont contrôlés, directement ou indirectement, par les pouvoirs politiques qui y font régner une implacable censure. La chaîne Al-Jazira, du Qatar, diffusée vingt-quatre heures sur vingt-quatre par satellite, constitue une exception. La qualité de ses informations, sa liberté de ton et son irrespect à l’égard des pouvoirs établis suscitent un formidable engouement.
- Parma e la sua storia coloniale: ecco il progetto di Parma per gli altri insieme all'Istituto Storico della Resistenza
Parmatoday 16 novembre 2017
Parma e la sua storia coloniale: ecco il progetto di Parma per gli altri insieme all'Istituto Storico della Resistenza
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Parma e la sua storia coloniale: ecco il progetto di Parma per gli altri insieme all'Istituto Storico della Resistenza
«Siamo alla ricerca di racconti, fotografie, articoli, oggetti e cartoline che possano restituire la visione dell’Etiopia ed Eritrea e di ciò che accadeva oltremare nel periodo coloniale e post-coloniale»
- Quando l’Italia era una colonia inglese Un saggio rievoca trent'anni di ingerenze di Londra nella politica e nell'economia italiana. Soprattutto, il suo fastidio per “sovranisti”’ come Aldo Moro ed Enrico Mattei
di Federico Cornaro, LINK IESTA, 7 dicembre 2015
Dopo Il golpe inglese (2011), Giovanni Fasanella, giornalista e autore di numerosi libri sugli anni del terrorismo e Mario José Cereghino, esperto di archivi anglosassoni, hanno appena dato alle stampe, sempre per l'editore Chiarelettere, Colonia Italia. Giornali, radio e tv: così gli inglesi ci controllano
- CULTURA. Badilisha, primo archivio digitale per poeti africani
di di Cecilia D’Abrosca, NENA, Agenzia di Stampa Vicino Oriente, 9 dicembre 2015
Nasce a Cape Town, in Sudafrica, il progetto “Badilisha Poetry X-Change”, prima raccolta digitale di lavori artistici e letterari di autori africani. L’idea iniziale nasce dalla volontà di creare un luogo di raccolta virtuale delle opere, al fine di evitarne la dispersione e l’usura, di garantirne la visibilità, la trasmissione e la conoscenza.
- Forbes : le 20 donne africane da seguire
Africa news, 31 dicembre 2013
Il magazine americano Forbes ha presentato la sua lista delle 20 donne africane più promettenti. Queste Wanda Women dei quattro angoli del continente hanno tutte meno di 45 anni e ognuna, nel proprio ambito, contribuisce all’evoluzione dell’Africa.
- Con 650 milioni ha superato gli Usa I cellulari hanno cambiato l'Africa
di Angelica Ratti, Italia Oggi
La telefonia mobile ha rivoluzionato il continente nero dove oggi si contano 650 milioni di telefonini. Più che negli Stati Uniti e in Europa. la difficoltà di installare linee telefoniche fisse ha facilitato la diffusione dei cellulari in Africa con i quali non si telefona e basta ma si trasferisce denaro e si regolano bollette e fatture.
- TransafricanaIn mostra le opere di 6 artisti, selezionati da Achille Bonito Oliva: Mikidadi Bush, Seni Camara, George Lilanga, Esther Mahlangu, Kivuthi Mbuno e Peter Wanjau. Il titolo nasce dalla storica linea ferroviaria che taglia in senso longitudinale e latitudinale l'Africa e dal desiderio di offrire un'arte 'di attraversamento'- A cura di Achille Bonito Oliva.
- INTELLETTUALI AFRICANI A DIFESA CULTURA CONTINENTALE
Agiafro, Notizie dall'Africa, 27 gennaio 2012
Gli scrittori, gli artisti, gli intellettuali africani dovrebbero organizzarsi e agire per convincere i leader politici a riformare il sistema scolastico dei rispettivi Paesi, in modo da insegnare alla nuove generazioni la ricchezza e l'eredita' della cultura continentale. E' l'appello di Sylvester Ogbechie, intellettuale nigeriano che insegna storia dell'Arte all'Universita' della California.
- L’appassionato discorso di Aimé Césaire (1913-2008) sulla Negritudine alla prima conferenza dei popoli neri della diaspora (Miami 1987)
www.slysajah.com (11 gennaio 2012)
Il testo che ora pubblichiamo è il prezioso contributo di Aimé Césaire ( Martinique, 1913-2008) sulla Négritude pronunciato in occasione della prima conferenza dei popoli neri della diaspora a Miami nel 1987. Ed è tratto dallo storico e bellissimo discorso sul colonialismo pronunciato dell’intellettuale martinicano nel 1945.
- L’appassionato discorso di Aimé Césaire (1913-2008) sulla Negritudine alla prima conferenza dei popoli neri della diaspora (Miami 1987)
www.slysajah.com 11 gennaio 2012
- Etiopia: giornalisti e oppositori dietro le sbarre
ilcorriere della sera.it, 25 settembre
emene Molla aveva chiesto l’autorizzazione per svolgere una manifestazione. Eskinder Nega aveva scritto un articolo auspicando che il nuovo anno, appena iniziato, potesse essere quello in cui la libertà d’espressione e di associazione sarebbe stata finalmente rispettata. Sileshi Hagos curava una rubrica su Radio 96.3. Nel suo messaggio di Capodanno, l’11 settembre, il partito di cui fanno parte Nathanial Mekonnen e Asaminew Berhanu aveva invocato “una lotta pacifica per dare la libertà al popolo”. Il 15 settembre questi sei uomini sono comparsi di fronte a un giudice di Addis Abeba, la capitale dell’Etiopia, per rispondere dell’accusa di appartenenza a un partito fuorilegge, il “Ginbot 7”: udienza breve, processo rimandato di un mese e ritorno in cella, negli uffici centrali della polizia investigativa di Maikelawi, a rischio di tortura e senza poter vedere familiari e avvocati.
- Elefanti, addio!
di Kuki Gallmann, il Blog Sole 24 ore, 7 settembre 2011
C'è ancora una speranza per elefanti e rinoceronti?
Dalle riserve e dai parchi africani arriva ogni giorno un bollettino di morte. Stanno sterminando elefanti e rinoceronti a una velocità impressionante. Ho deciso dunque di ospitare nel mio blog l'importante testimonianza della scrittrice Kuki Gallmann, un accorato appello che abbiamo pubblicato sul Domenicale scorso. Kuki Gallmann vive da 40 anni in Kenya dove, per onorare il nome del marito e del figlio morti in un incidente, ha fondato Gallmann Memorial Foundation e la Laikipia Nature Conservancy. Da allora lotta in prima linea contro il bracconaggio.
- Africa, dall'Istruzione all' Educazione
di Jean-Pierre Sourou Piessou, nel sito Slysaja
Alioune Biaye & Jean-Pierre Sourou Piessou sono i due fondatori del sito Slysaja, sono partiti con la voglia di raccontare l’Africa attraverso il binomio Letteratura (scritta e orale) e la Musica tradizionale. La letteratura e la musica sono sempre stati un binomio prediletto dai “Griots” di questo nostro continente che ha saputo parlare di sé e dei valori che lo animano con grande semplicità. La letteratura sia orale che classica e la musica tradizionale diventano così, per ciascuno/a di noi, veri e propri compagni del viaggio ideale di slysajah, che ripercorre le radici africane.
- Tripoli, i coloni veneti e il petrolio impossibile
di Paola Pastacaldi
Fu chiamata l’operazione dei ventimila, tanti dovevano essere i coloni a sbarcare in quello «scatolone di sabbia» che era la Libia del 1938. I coloni avrebbero dovuto trasformare le desolate e aride pianure desertiche, dove soffiava forte il ghibli, in campi fertili, spianare i terreni rocciosi e creare una prospera agricoltura fitta di aziende e colture felici che avrebbero cementato il progetto di cambiamento della Libia come quarta sponda dell’Italia, ormai per legge territorio metropolitano. Non più emigrazione, non più miseria ma partenza trionfante, progetti grandiosi e terra promessa, quasi Eldorado. In Libia avrebbero trovato tutto pronto, case, attrezzi e sementi e bestiame.
- UN IMPEGNO SOCIALE A FAVORE DELLE DONNE DEL BENIN. UN PROGETTO DELLE CANTINE BORTOLOMIOL
Adnkronos, 2 aprile 2011
- Il 10° parallelo. Vita di Raimondo Franchetti da Salgari alla guerra d'Africa
di Valeria Isacchini (Aliberti Editore, 2005)
Grandi esploratori come Livingtone, Stanley e Bottego sono stati ampiamente studiati dalla letteratura saggistica che se n’è occupata con ampie dissertazioni e ampi approfondimenti. Di Raimondo Franchetti, invece, poco o nulla si sa. Almeno fino a oggi. A colmare questa grande lacuna nella storia italiana per fortuna ci ha pensato Valeria Isacchini, studiosa e insegnante, da anni attenta conoscitrice di argomenti e figure della storia contemporanea di Reggio Emilia e dintorni, nel suo libro “Il 10° parallelo. Vita di Raimondo Franchetti, da Salgari alla guerra d’Africa”, edito da Aliberti Editore. Ma perché dedicare un’intera biografia, corredata di foto d’epoca e di importanti documenti, per parlare di un barone al quale piacevano i luoghi e i popoli intorno al 10° Parallelo Nord, dall’Estremo Oriente all’Africa?
Perché Raimondo Franchetti (1889-1935) fu senza dubbio il più importante esploratore italiano della I metà del Novecento. La vita del più importante e prestigioso esploratore italiano del Novecento.
Discendente di una delle più ricche famiglie d’Europa, Franchetti (1889-1935) fu instancabile viaggiatore per tutto il globo.
- La mappa dell'invasione cinese in Africa
Il Sole 24 ore
- These winds of change may now reach across the Sahara The revolutions in the north have inspired sub-Saharan Africans. We can only hope the region's leaders take note
Wangari Maathai, Guardian, 8 marzo 2011
- Tripoli, arido suolo di dolore e fallimenti. IL SAGGIO . FEDERICO CRESTI RIPERCORRE LE TAPPE DI UN' IMPRESA SFORTUNATA. LA REPRESSIONE INTERE POPOLAZIONI FURONO DEPORTATE PER BATTERE I RIBELLI
di Paolo Mieli, Corriere della Sera 22 febbraio
Il bilancio negativo del colonialismo italiano in Libia .Difficoltà d' insediamento Le pesanti condizioni climatiche e la mancanza di attrezzature affliggevano i nostri connazionali
- Ma l’«Economist» aveva visto giusto La copertina sul declino di Mubarak
Il Corriere della Sera.it, 28 febbraio 2011
Non tutti i media sono stati colti di sorpresa dagli eventi in Nord Africa. Sul numero del 15 luglio 2010, l’«Economist» ha dedicato la copertina all’Egitto. Il titolo diceva: «Sabbie mobili. Nei Paesi arabi alleati dell’Occidente arriva il cambiamento». E l’editoriale - «La lunga attesa» - sosteneva che, dopo tre decenni di progresso economico ma di paralisi politica, «il cambiamento è imminente». Uno «special report» del corrispondente dal Cairo, Max Rodenbeck, spiegava, in anticipo di alcuni mesi sulla rivolta popolare, che, accanto a quella degli adulti, politicamente passiva, era cresciuta una generazione di giovani istruiti, urbanizzati e «occidentalizzati», che voleva riforme democratiche. E non sarebbero stati un leader ottantenne senza successori e una burocrazia antiquata e corrotta a realizzarle. Tutto questo - concludeva il settimanale - portava a prevedere «movimenti sismici a breve». Che poi, come si è visto, ci sono stati davvero. Da notare come, nella stessa inchiesta, l’«Economist» prevedesse cambiamenti altrettanto significativi per l’altro baluardo occidentale (ed energetico) dell’area: l’Arabia Saudita.
e. se.
- Tripoli e l'Occidente, amnesie e ambiguità. Le colpe nostre (e degli altri)
di Sergio Romano, Corriere della sera, 23 febbraio 2011
Silvio Berlusconi ha trattato la questione libica a suo modo e con il suo stile, vale a dire con una concezione dei rapporti internazionali in cui la chiave del successo è il grado di intimità che il presidente del Consiglio riesce a stabilire con gli uomini di Stato stranieri. Nel caso di Gheddafi questa impostazione ha prodotto risultati grotteschi e indecorosi.
- L'impossible arrive
Serge Halimi, Le Monde Diplomatique, 21 febbraio
Les responsables politiques aiment invoquer la « complexité » du monde pour expliquer qu’il serait fou de vouloir le transformer. Mais, dans certaines circonstances, tout redevient très simple. Quand, par exemple, après le 11 septembre, l’ex-président George W. Bush enjoignit à chacun de choisir entre « nous et les terroristes ». A Tunis, ce fut plutôt entre un dictateur ami et « un régime du type taliban au nord de l’Afrique (1) ». Ce genre d’alternative conforte les protagonistes : le dictateur se proclame seul rempart contre les islamistes ; les islamistes, seuls ennemis du dictateur.
- La rivolta infiamma il Corno d'Africa: venerdì a Gibuti opposizione in piazza
Il Messaggero, 17 febbraio 2011
- Tombe senza nome nel cimitero dei migranti
La Repubblica, Palermo 15 febbraio 2011
- «L’italiano si studia dall’Asia all’Africa»
di Letizia Tesi, Corriere Canadese on line
- La meningite, il clima e la polvere Sahel
www. greenreport.it
New York, 15 febbraio 2011. I ricercatori del Research institute for climate and society (Iri) della Columbia University stanno analizzando la polvere dal Sahel per studiare il suo ruolo nella diffusione della meningite batterica nella regione più colpita da questa malattia debilitante e spesso mortale.
- La rivista “Congo - Africa” compie 50 anni
Radio Vaticana, 15 febbraio 2011
- Africa is a countryAfrica is a Country is primarily concerned with media representations of the African continent and its peoples, especially in Western media.
- Il futuro del continente è in mano alle donne africane
Alessandro Graziadei (Unimondo, 12 febbraio 2011)
- Diritti delle donne alla giornata di chiusura del Social Forum di Dakar
di Marina Piccone (Radio Vaticana, 13 febbraio 2010)
Si chiude oggi a Dakar, in Senegal, il World Social Forum. 75 mila i partecipanti. Tanti i temi trattati: dai diritti delle donne all’immigrazione, dallo sviluppo sostenibile delle comunità rurali all’economia basata su principi etici.
- LUSSO AFRICANO GRATIS DA MITTERRAND A SARKO. GOVERNANTI DESTRA E SINISTRA IN RESIDENZE LEADER AMICI
Ansa, 9 febbraio 2011
- L’Africa rinasce a Gorée
Alex Zanotelli (Nigrizia, 4 febbraio 2011)
Sull’isola di fronte a Dakar (Senegal), da dove furono imbarcati per le Americhe milioni di africani ridotti in schiavitù, si sta tenendo il Forum mondiale dei migranti. La riflessione di un missionario.
- La casa in colonia: il modello Asmara
Architettura e pianificazione urbana nei fondi dell'Isiao
- La popolazione delle città africane triplicherà nei prossimi 40 anni.
The Guardian
- L'esploratore veneto che ha segnato la storia dell'espansione coloniale italiana. Franchetti ed il mal d'Africa.
di Paola Pastacaldi Corriere del Veneto (Corriere della Sera) - 9 Dicembre 2011
- Etiopia, il ritorno degli schiavi dell'Arabia Saudita Non avevano diritti. Ed erano sfruttati. Ma ora Riad se ne vuole sbarazzare. Per assicurare lavoro ai suoi cittadini. L'odissea degli immigrati africani espulsi dal Medio Oriente.
di Sonia Grieco, Lettera 43, 21 dicembre 2013
L’espulsione in massa di cittadini etiopi dall'Arabia Saudita sta mettendo a dura prova il governo di Addis Abeba, alle prese con il rientro, anche dopo anni, di quasi 140 mila suoi cittadini emigrati nella petromonarchia in cerca di lavoro.
Sono arrivati nelle ultime settimane con voli umanitari - ne sono stati effettuati circa 20 al giorno - nei sei centri di transito allestiti dal governo nella capitale etiope per accogliere migliaia di persone (fino a 7 mila al giorno).
Sono uomini, donne e bambini che in molti casi tornano a casa a mani vuote, dopo essere stati rastrellati dalle forze di sicurezza saudite in un'operazione di espulsione degli immigrati illegali che ha coinvolto cittadini di diverse nazionalità, soprattutto yemeniti, africani e asiatici.
- Sky Arte updates: cisterne d’autore a New York contro l’emergenza idrica in Africa. Arte pubblica con Jeff Koons e John BaldessariNon hanno la mole o l’imponenza dei grandi grattacieli, ma sono segni altrettanto identificativi di uno degli skyline pi
ArtTribune, 7 settembre 2014
Non hanno la mole o l’imponenza dei grandi grattacieli, ma sono segni altrettanto identificativi di uno degli skyline più famosi del mondo. Sono decine e decine – il New York Times, che ha tentato un censimento, si è arreso a quota 250 – le cisterne disseminate sui tetti della Grande Mela: grossi e goffi pentoloni in metallo da sempre destinati a raccogliere e conservare l’acqua che disseta, lava, rinfresca la metropoli. Elementi di un paesaggio urbano al centro di un programma che lega arte contemporanea e solidarietà, gettando un ponte tra il ricco Occidente e una delle aree più povere dell’Africa. Nasce nel 2007, su iniziativa dell’attivista Mary Jordan, il Water Tank Project: un lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti del dramma dell’emergenza idrica che grava sul Corno d’Africa, condotto grazie alla reinterpretazione delle cisterne che sono – a New York – sinonimo dell’acqua stessa.