Natura: documenti
- GIARDINI INDRO MONTANELLI. I PATRIARCHI CHE HANNO VISSUTO LA STORIA A cura di Silvestro Acampora e Paola Pastacaldi
Alla scoperta dei segreti di un parco storico. Dall'albero del caffè, all'albero dei dinosauri, alle varie querce americane e non sino a quella del fulmine.
I Giardini Pubblici Indro Montanelli sono un parco di Milano situato nella zona di Porta Venezia e realizzato a fine Settecento con un impianto alla francese. Nel 2002 sono stati intitolati al giornalista scomparso Indro Montanelli. Fu il primo parco cittadino progettato per un uso pubblico. Per oltre due secoli sono stati chiamati 'Giardini pubblici', 'Giardini di Porta Venezia' o semplicemente 'I giardini'. Nel 1780 l'architetto neoclassico Giuseppe Piermarini (suo anche il progetto del Teatro La Scala) fu incaricato di trasformare quell'area in un parco pubblico, inglobandovi gli spazi acquisiti di due monasteri, entrambi con propri giardini. I lavori furono realizzati tra il 1782 e il 1786. Il parco include altri edifici significativi, Palazzo Dugnani del Seicento e il Museo Civico di Storia Naturale del 1892. I Giardini hanno vari ingressi, dai Bastioni di Porta Venezia, da via Manin, da via Palestro e da corso Venezia. Le schede che seguono corrispondono ad una sorta di biografia essenziale di quattro alberi monumentali, tra i più antichi dei Giardini, che sono stati il tema di una passeggiata storico naturalistica il 3 e il 4 ottobre 2015 in compagnia dell’arboricoltore Silvestro Acampora e della giornalista scrittrice Paola Pastacaldi.
- La voce degli alberi
di Silvestro Acampora, socio fondatore della Società Italiana di Arboricoltura
La memoria atavica delle origini ancestrali ha portato l’uomo a piantare alberi nelle città da tempi remoti. Le città spesso ospitano un considerevole patrimonio arboreo, con esemplari davvero maestosi che hanno delle storie da raccontare. Ma i cittadini milanesi, al pari di molti abitanti delle grandi città italiane, non sempre sono in grado di capire e apprezzare il reale valore degli alberi. Accade spesso che le piante di Vie, Parchi e Giardini siano considerati semplici e muti componenti di arredo e non degli esseri viventi quali essi sono.
- Il Cedro dl Libano di vialla Castello Ciani Bassetti Roncade
- I QUATTROCENTO ANNI DEL TIGLIO DI CASOLA (CASERTA)
A cura di Silvestro Acampora, Giorgio Ascione, Guido Olivieri (Programma di adozione alberi della Sia, Società Italiana Arboricoltura)
- Norimberga. Come funziona la ex macchina da guerra che ha trapiantato 3 milioni di alberi in 40 anni
di Paola Pastacaldi
Era una macchina da guerra cecoslovacca, degli anni Sessanta, utilizzata per trasportare missili. In quarant’anni di modifiche, lente e meticolose, è diventata una macchina per trapiantare alberi, la più usata e la più semplice d’Europa. Da fine anni Sessanta a oggi ha trapinatato tre milioni di alberi. L’uomo che l’ha creata, con la sua pazienza e la sua fantasia, si chiama Dieter Opitz ed è di Heideck, in Germania, il padre era un soldato che aveva perso la gamba in guera e che si dilettava di giardinaggio
- Dai Tedeschi della ditta Lappen il boschetto climatico finanziato dagli sponsor contro le emissioni di CO2.
di Paola Pastacaldi
Norimberga. La ditta Lappen, che da generazioni si occupa di
vivai, dichiara con orgoglio di avere sponsorizzato gli alberi.
Come? Non è un puro slogan pubblicitario. La Lappen si
vanta a ragione di fare cultura grazie ad un Catalogo che con
dei validi disegni descrive in maniera quasi didattica ciò che
è meglio fare per dare alla pianta una possibilità di
sopravvivenza e crescita ottimale. La ditta Lappen ha
inventato anche il Klimat Haine, che in tedesco significa
'boschetto climatico', un modo semplice per abbattere le
emissioni di CO2 e assorbire le polveri sottili.