Ricerca di Paola Pastacaldi sulle abitudini di lettura dei giovani del Liceo Giorgione di Castelfranco Veneto e del Liceo Canova di Treviso. Raccolti 670 questionari, gli studenti hanno risposto all’80/90 per cento delle 24 domande.

Evento di apertura Giovedì 22 ore 18.30 Museo Casa Giorgione, Castelfranco Veneto L’informazione locale nell’era digitale Si confrontano i giornalisti: Paola Pastacaldi, Alessandro Russello, Roberto Papetti, Antonio Ramenghi Jori, Paola Pastacaldi, S

TREVISO. Ricerca di Paola Pastacaldi sulle abitudini di lettura dei giovani del Liceo Giorgione di Castelfranco Veneto e del Liceo Canova di Treviso. Raccolti 670 questionari, gli studenti hanno risposto all’80/90 per cento delle 24 domande. Disinteresse crescente per i quotidiani di carta, ma non per i siti dei quotidiani. La Tv è la regina dell’informazione, ma i giornali online e i social network crescono. L’informazione locale tiene, segnale dell’attaccamento alle “piccole patrie”. In sostanza Treviso si inserisce nell’orientamento nazionale. Avanza uno spirito aperto al mondo occidentale con la lettura delle versioni online dei grandi giornali Usa ed europei. PREMESSA - La ricerca sulle abitudini di lettura dei giovani è stata decisa a seguito di un paio di laboratori di educazione ai media al Liceo statale Giorgione di Castelfranco Veneto dal titolo “Le Notizie. Leggerle e scriverle”, tenuti dalla giornalista Paola Pastacaldi, in occasione del Premio Giorgio Lago con il contributo dell’Assessorato alla Cultura di Castelfranco Veneto. Le lezioni hanno avuto un ottimo riscontro sia di partecipazione che di gradimento da parte degli studenti del triennio e del biennio; per questo è stata avviata la ricerca in questione che ha avuto a sua volta una ottima risposta, molto superiore alle aspettative. Il questionario è stato distribuito in prima battuta al liceo classico e scientifico Giorgione di Castelfranco Veneto e successivamente al liceo Antonio Canova, indirizzo sia classico che linguistico, di Treviso, sia del biennio che del triennio. Sono stati raccolti ben 670 questionari; gli studenti hanno risposto all’80/90 per cento delle domande. Gli obiettivi della ricerca sono stati sostanzialmente tre: individuare che rapporto gli studenti hanno con l’informazione dei quotidiani cartacei, con il web e con i social network e, infine, con la televisione. RISULTATI RICERCA - La ricerca ha evidenziato un primo dato di notevole interesse: ancora oggi, con l’attuale gravissima crisi che ha coinvolto quasi tutti i media, un quotidiano cartaceo arriva nel 59,55 per cento delle famiglie degli studenti interrogati (hanno risposto di sì in 399). Al primo posto con il 23 per cento troviamo il “Corriere della Sera” con il suo dorso del Veneto (156), seguito da “La Repubblica” con il 14,47 per cento (97) (rispecchiando così i dati nazionali Ads 2013), “Il Gazzettino” con il 12,38 per cento (83) e “La Tribuna di Treviso” con il 10,89 per cento (73), “Il Sole 24 Ore” con il 5,97 (40) e “La Gazzetta dello Sport” con il 2,68 per cento (18). Anche qui, tolti i due quotidiani locali, le abitudini di lettura nei due istituti trevigiani rispecchiano i dati nazionali, con le ultime due testate al terzo e quarto posto, come nella classifica di diffusione Ads. Per quanto riguarda l’ultimo Accertamento Ads su Treviso, che riguarda il periodo gennaio dicembre 2012, la diffusione dei quotidiani risulta, invece, la seguente: “Il Gazzettino”, “La Tribuna di Treviso”, Il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta dello Sport”, “Il Sole 24 Ore”, “La Repubblica”. Secondo gli ultimi dati Audipress sulla lettura dei quotidiani a Treviso abbiamo in ordine: “Il Gazzettino”, “La Gazzetta dello Sport”, il “Corriere della sera”, “La Repubblica”, “La Tribuna di Treviso” e “Il Sole 24 Ore”. Tornando alla nostra inchiesta, un pacchetto di altri giornali (tra i quali - ma non in ordine di preferenza – “Il Giornale”, l’”Avvenire”, “La Padania”, il “Messaggero Veneto”, “Il Fatto Quotidiano”, “Il Foglio”, “La Stampa”, “L’Unità” e “Il Mattino di Padova”, ma anche l’Ansa e “Internazionale”), - arriva nel 6,11 per cento delle famiglie. Da notare che nel 19,55 per cento delle famiglie arriva più di un quotidiano, talvolta anche tre (131). E dichiara di averlo sfogliato il 61 per cento degli studenti (409). Al primo posto, tra le persone che fisicamente acquistano il giornale, sono ovviamente i padri nel 32,53 per cento (218), seguiti dalle madri con un certo distacco, l’11,34 per cento (76), e una minima parte dagli stessi studenti con un piccolo 5,67 per cento (38) e poi da altri componenti della famiglia con il 3,73 per cento (tra i quali nonni, zie, fratelli e sorelle, 25). Alla domanda se hanno mai acquistato un quotidiano risponde di sì l’84,17 per cento degli studenti (564). Nella grande varietà di motivazioni all’acquisto, il lavoro che si fa a scuola sulla lettura occupa il 14,17 per cento dei casi (95). A questo proposito va segnalata l’attività dell’Osservatorio Permanente Giovani editori con Il Quotidiano in Classe che ha coinvolto sul nazionale per l’anno scolastico 2013-2014 ben 2.021.825 studenti e 43 mila insegnanti. Non è la difficoltà del testo a creare la disaffezione alla lettura: lo dichiara l’82,38 per cento (552). Evidentemente il disinteresse che porta i giovani a non leggere e tantomeno ad acquistare un quotidiano è ormai consolidato. Come ha dichiarato di recente Giulio Anselmi, presidente della Fieg, la Federazione Italiana Editori Giornali, in occasione della presentazione della ricerca nazionale di Media Duemila dal titolo “I giovani e l’informazione”, i giovani sembrano essere addirittura allergici alla carta stampata. A confermare il disinteresse per il quotidiano, anche nella ricerca su Treviso, è il dato sulla frequenza di questa lettura: solo l’11,19 per cento (75) lo sfoglia tutti i giorni, il 16,41 per cento tutte le settimane (110), il resto è sparpagliato sporadicamente, dalle 2 alle 3 volte al mese o anche meno. Le notizie che vengono lette preferibilmente sul cartaceo sono soprattutto la cronaca per il 56,71 per cento (380), seguita da notizie di svago e tempo libero per il 30,89 per cento (207); dallo sport per il 24,32 per cento (163) e dall’economia per il 21,94 per cento (147) e dal gossip per il 19,25 per cento (129), dal lavoro per il 14,32 per cento (96), storia per il 13,58 per cento (91) e politica per l’8 per cento (54). E’, invece, la rete il media prescelto per l’informazione, come è stato rilevato anche nel corso della ricerca nazionale già citata, dove la media è ancora più alta. Il web batte la carta stampata. E’ il 67,31 per cento degli studenti a leggere le news in rete (451), anche se la percentuale è inferiore a quella nazionale che raggiunge il 91 per cento. Numericamente è importante sottolineare che si tratta di una cifra superiore a quella dei giornali presenti in casa e disponibili per la lettura che è del 59,55 per cento. Probabilmente il gigantismo dei quotidiani con troppe pagine uccide la lettura, le nuove generazioni abituate a letture brevi, trovano sempre più confacente alle loro esigenze il web, con le sue caratteristiche. Ma il panorama legato all’informazione rimane variegato e contraddittorio. Nonostante le premesse negative sin qui illustrate, c’è un fatto positivo per i quotidiani. I giovani leggono le news proprio nei siti web delle testate cartacee: “Corriere della Sera” (166), “La Repubblica” (114), “La Tribuna” (42), “Il Gazzettino” (45). Seguite da altri siti di giornali e non solo, tra questi, Virgilio, Breaking News, Peace Reporter, Tg Com, Euronews, Giornalettismo, Informare per Resistere, Euronews. Da osservare che compaiono frequentemente anche alcuni siti internazionali, tra i quali “The New York Times”, “Der Spiegel”, “The Guardian”, “El Pais”, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, “Le Figaro” e le televisive CNN, BBC. Evidentemente resiste, nonostante la crisi, una sorta di leadership dei giornali e delle testate: in Internet i giovani lettori scelgono i siti di questi ultimi per informarsi perché li giudicano in qualche modo più autorevoli di altre fonti. Tra i siti compaiono anche “Google News”, “Yahoo News” (ma anche Wikipedia, You Tube). Per Google e Yahoo si tratta di una copertura giornalistica ottenuta combinando fonti di notizie pescate dal web; molto spesso queste notizie vengono prese da siti editoriali e su questo punto è acceso un forte dibattito internazionale, legato alla gratuità e ai costi che queste notizie, invece, hanno per le case editrici giornalistiche. Tra le notizie che i giovani preferiscono leggere nel web un piccolo capovolgimento mette il gossip al secondo posto (mentre nel cartaceo era al quinto posto): al primo posto la cronaca (143) seguita appunto dal gossip (71), dallo sport (67), dalla cultura (53), dal tempo libero (49) dalla politica (28);dall’economia 20; dalla storia 9 e dalla scuola 7. Lo scarso interesse per la scuola e la politica è evidente. LA TELEVISIONE – E Nostra Signora, la televisione? La televisione si conferma ampiamente il media di riferimento principale e dominante. I giovani che vedono la tv e con cui si informano sono la maggioranza, l’85 per cento (570). Di questi il 72 per cento guarda il telegiornale (484), ma senza saper dire di quale rete. Di questi 230 dichiarano trattarsi di tg Rai e 128 di tg Mediaset. La radio ha un suo zoccolo duro di ascoltatori con il 29,10 in percentuale (195). Un dato, quello trevigiano, in linea con quello che è stato rilevato dall’Osservatorio di Demos-Coop del dicembre 2013, secondo il quale l’80 per cento degli italiani si informa ogni giorno con la tv. Ne consegue che per contare è necessario più che mai apparire nel piccolo schermo, che rimane il mezzo di comunicazione più efficace, anche se il più conteso e combattuto, e il più influente. Impossibile, in altre parole, farne a meno. La televisione sarà, per esempio, il vero campo della battaglia elettorale. I SOCIAL NETWORK - I ragazzi che usano Facebook (Twitter ancora non conta con 83 sì e 576 no) per scambiarsi informazioni sono quasi il 60 per cento (399); il social network dimostra così di occupare un ruolo di tutto rispetto nello scambio di notizie e destinato a crescere, stando alle ultime ricerche. Gli amici con cui ci si scambia informazioni nella stragrande maggioranza dei casi sono entro la decina, ma possono facilmente lievitare a qualche centinaio, a seconda delle occasioni. E anche oltre. La facilità offre a tutti la possibilità di ampliare o restringere il campo dei contatti senza fatica, dato difficile da valutare. La voglia di migliorare la comprensione dei quotidiani con un corso è ovviamente bassa: gli studenti che lo vorrebbero sono solo il 37,31 per cento (250). Questi studenti chiedono soprattutto più notizie sul loro mondo e il loro punto di vista, più notizie sui paesi poveri o in via di sviluppo e sui problemi dell’ambiente. Emerge nelle risposte – come del resto ampiamente sottolineato dalla ricerca nazionale - una sfiducia verso i giornali. Per usare le loro parole, i ragazzi chiedono: Più notizie positive. Più storie di speranza e solidarietà. Eliminare il gossip a favore della trasparenza su politica e lavoro. E si lamentano poi della troppa politica. Questa percezione di non credibilità – tanto da immaginare l’esistenza di una sorta di censura - rispetto a ciò che scrivono i giornali, li porta a fare richieste del tipo: “Più notizie vere”. “Più notizie che non fanno notizia”. “Tutte quelle che vengono censurate”. “Più notizie non condizionate dai partiti”. “Quelle che dovrebbero esserci e non ci sono, per via della censura”. Scrive uno studente, a riguardo della credibilità e della qualità dell’informazione: “Sono contro l’ignoranza propugnataci con infinite ed esasperanti notizie di cronaca nera e altre che dovrebbero stare in riviste di moda e gossip più che sul giornale”.